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La delegazione Usa che sta trattando con i talebani negli Emirati Arabi Uniti in vista del disimpegno dall’Afghanistan, ha messo sul tavolo la volontà di conservare alcune basi militari di minore entità nel paese garantendo in cambio un “sostegno concreto” alla stabilità politica e sociale. Lo riferisce l’Express Tribune, dal quale si apprende che per gli statunitensi le basi militari “avranno lo scopo di tutelare la presenza di Washington nella regione”, pur “senza influenzare in alcun modo la sicurezza” nella Repubblica Islamica.
La richiesta degli statunitensi è quella in realtà di assicurare la propria presenza nel paese dalla grande importanza strategica, che è poi uno dei principali motivi dell’intervento partito nel 2001, ma di fatto i militari Usa, come prima quelli sovietici, si sono trovati in un costosissimo pantano dal quale non riescono ad uscire se non cedendo su tutta la linea.
Bisogna ora vedere se i talebani saranno o meno interessati alla proposta Usa e cosa vorranno in cambio, ma va detto che le trattative in corso ormai da mesi sono tenute riservate.
Oggi è vi stato un altro attacco terroristico a Kabul, dove un’autobomba è esplosa nei pressi del vicino Green Village, che ospita soprattutto stranieri che lavorano nella capitale afgana. Nella forte esplosione sono rimasti uccisi un militare e tre civili, mentre fra i numerosi feriti vi sono 23 bambini e 12 donne, come ha reso noto il portavoce del ministero, Nusrat Rahimi.
L’attentato non è stato ancora rivendicato, ma nel paese agisce l’Isis, in lotta sia contro i talebani che contro il governo di Kabul.