Africa. Qual è la differenza tra la Cina e l’occidente?

di Francesco Cirillo –

Al Forum della Cooperazione Cina-Africa il presidente cinese ha richiesto nel suo discorso di apertura l’implementazione delle opere di primaria importanza per la BRI. Per Xi Jinping nei prossimi tre anni dovranno essere realizzati nei paesi africani opere per facilitare e rafforzare la connessione commerciale e delle infrastrutture strategiche. Il leader cinese ha sottolineato oltretutto che la Cina non ha nessuna intenzione di interferire negli affari interni, di attuare pressioni nei governi dei paesi del Continente Nero e di non applicare clausole che ostacolino lo sviluppo economico ed industriale. Per molti queste parole sono la pura differenza tra la cooperazione sino-africana e quella occidentale.
Secondo Shou Huisheng, ricercatore dell’Istituto di Strategia Nazionale dell’Università di Tsinghua, intervistato dal People’s Daily, esiste una profonda differenza tra la cooperazione che offre Pechino e quella occidentale. Per il dottor Huisheng l’occidente applica pesanti restrizioni politiche alla cooperazione consegnando fondi di assistenza ma nessun fondo di sviluppo; inoltre obbliga i paesi africani de facto ad eseguire i desideri dei donatori occidentali mettendo fine a qualsiasi iniziativa autonoma dei governi africani.
Questo dà un vantaggio non da poco a Pechino, che desidera cooperare ed investire in Africa.
Per il direttore dell’Ufficio di Ricerca delle Informazioni dell’Istituto di studi asiatici, africani ed occidentali dell’Accademia cinese delle scienze sociali Wang Hongyi, intervenuto sul People’s Daily, possono avere l’opportunità di condividere le informazioni per essere complementari ed offrire all’economia dell’Africa grandi vantaggi economici. Per Hongyi da un parte c’è la Cina, che ha i capitali, il potenziale industriale e tecnologico; dall’altra i paesi del continente africano, che sono agli inizi dell’industrializzazione. Per ciò necessitano di fondi importanti per sviluppare ed attuare la trasformazione degli apparati economici.
Il continente africano è ricco di risorse minerali come il petrolio e il rame. Il grosso delle risorse non è stato sfruttato e molti paesi occidentali vogliono mettere le mani su quelle risorse. Se agli occhi dell’opinione pubblica occidentale l’Africa non ha speranze, per Pechino è il contrario.
La Cina mette a disposizione una strategia win-win che consegna benefici sia a Pechino sia ai governi africani. Questa cooperazione Cina-Africa sta rafforzando lo sviluppo economico. Un recente report della McKinsey & Company descrive che molte compagnie cinesi stanno mettendo sedi nei paesi africani dove la Cina sta investendo.
Per molti la strategia cinese è differente da quelle occidentale. La Cina negozia con i paesi africani senza pregiudizi, conscia del periodo del colonialismo che l’Africa ha subito, come la Cina prima del 1949.
Un giornale del Kenya, il Kenya’s Daily Nation, ha scritto che la Cina è un degno partner che tenta di rompere la trappola della povertà che si basa in anni di sottosviluppo.
I segnali degli aiuti cinesi sono chiari: 2mila peacekeepers cinesi dislocati in Africa, 6.500 km di ferrovie, più di 6mila km di strade, 200 scuole nuove, porti ed aeroporti ed altri opere che Pechino ha intenzione di realizzare.