Aiea. Ripresi i colloqui sul nucleare iraniano

Khatibzadeh, ‘siamo fortemente determinati ad un’intesa per tornare al Jpcoa. Ma vanno rimosse le sanzioni’.

di Enrico Oliari

Sono ripresi oggi a Vienna presso la sede dell’Aiea, l’Agenzia atomica dell’Onu, i colloqui sul nucleare iraniano, fermi ormai da cinque mesi anche per conoscere l’orientamento del nuovo presidente della Repubblica Islamica, Ibrahim Raisi. Notoriamente ultraconservatore, il presidente iraniano da subito aveva lasciato spazio a poche speranze, affermando la sua indisponibilità ad incontrare il presidente Usa Joe Biden ed adducendo che “non si fanno colloqui per il gusto di farli”. Da un lato tuttavia vi è la realtà della crisi economica che attanaglia l’Iran ed il suo bisogno di partecipare al mercato internazionale, dall’altro vi sono le pressioni degli altri attori del Jpcoa (Accordo sul nucleare iraniano), in primis della Germania di Angela Merkel.
Firmato nel 2015 con Barak Obama ala Casa Bianca, l’Accordo sul nucleare aveva visto il ritiro degli Usa nel 2018 su volere di Donald Trump, questi spinto dal premier israeliano Benjamin Netanyahu e sotto pressione delle potenti lobby sioniste americane che ne avevano garantito l’elezione. Trump aveva imposto sanzioni all’Iran ed obbligato i paesi alleati, tra cui l’Italia, a fare altrettanto pensa finire soggetti a loro volta a sanzioni, e questo nonostante l’Aiea avesse certificato in più occasioni il rispetto pedissequo degli iraniani del Jpcoa.
La rottura dell’accordo aveva poi spinto gli iraniani ad alzare la posta in gioco ritirandosi anche loro dall’accordo, arricchendo l’uranio e costruendo nuove centrifughe, nonostante un attacco cibernetico partito da Israele ne avesse messe fuori uso diverse.
Oggi il portavi ode del ministero degli Esteri iraniano Saeed Khatibzadeh ha fatto sapere che “se gli Usa rimuoveranno le sanzioni potranno avere l’opportunità di tornare all’accordo”, e che “la Repubblica Islamica dell’Iran è fortemente determinata ad individuare un’intesa che salvi il Jpcoa del 2015”.
Da Londra i ministri degli Esteri di Israele, Yair Lapid, e di Gran Bretagna, Elizabeth Truss, hanno affermato in modo congiunto che “lavoreremo giorno e notte per far sì che l’Iran non diventi una potenza nucleare”, e che è necessario “contrastare le ambizioni nucleari di Teheran, ma è pacifico che il Jpcoa interessi a tutti, non necessariamente agli iraniani per primi.
Le sanzioni non hanno infatti piegato l’Iran, che ha venduto i suoi idrocarburi ad oriente nonostante i continui incidenti alle petroliere specialmente nel Golfo, ma che soprattutto ha ripreso in grande stile l’arricchimento dell’uranio a scopi militari.
Il Jpcoa è frutto dell’intesa fra Iran e Usa, Cina, Russia, Francia, Gb + Germania (Ue), paesi chiamati oggi al tavolo dei colloqui.