Albania e Italia: collaborazione sempre più forte nel campo energetico

Domenico Letizia –

Nell’immediato futuro l’Albania si presta a divenire un partner strategico per l’Italia. Recentemente è stato presentato a Roma il progetto Eagle LNG: “Un gasdotto sottomarino di 110 km dall’Albania alla Puglia, che parte da una nave-rigassificatore ormeggiata a cinque km dalla costa albanese, arriva nel comune di Torchiarolo in provincia di Brindisi e si connette alla rete Snam con altri 18 km di tubazione interrata. Un investimento da 660 milioni di euro, tutti a carico di privati italiani, che dal 2020 potrebbe portare nel nostro paese dai 4 agli 8 miliardi di metri cubi di metano all’anno”.
Al gasdotto lavora dal 2005 la società Burns di Campobasso, ramo energetico del gruppo molisano Falcione, specializzato in opere pubbliche e gas. Il progetto Eagle LNG nasce per soddisfare la richiesta di metano dell’Albania, e in seguito si è allargato all’Italia e ai Balcani. A tale progettualità, va aggiunto il rivoluzionario progetto del TAP che interessa ugualmente Albania e Italia. Il corridoio meridionale del gas collegherà i clienti europei, in particolare quelli italiani, ai produttori dell’Azerbaijan e potenzialmente ad altri produttori dell’Asia centrale, di Israele, dell’Iraq e di qualsiasi altro Paese interessato a far passare il gas per questi condotti. I vantaggi sono previsti soprattutto per il mercato italiano e quello albanese. Ulteriori opportunità d’investimento per gli imprenditori italiani ci sono anche in Albania, opportunità costituita dalla piena realizzazione del tratto albanese del Trans-Adriatic Pipeline (TAP).
Nel 2017 gli investimenti per il gasdotto Transadriatico in Albania si attesteranno ad un valore di circa 400 milioni di euro, ha recentemente dichiarato il direttore generale di Tap Albania, Shkelqim Bozgo. Secondo Bozgo la costruzione del gasdotto Tap è entrata ora in una nuova fase ed è previsto un investimento nel progetto pari al 4 per cento del Pil dell’Albania. Il direttore generale di Tap ha sottolineato che si tratta del più grande progetto realizzato nell’economia albanese e dovrebbe mantenere il trend di sviluppo anche nei prossimi anni raggiungendo un valore totale di 1,5 miliardi di euro di investimenti. Secondo quanto evidenziato da Bozgo, nel 2020 il Tap sarà pronto per il trasporto in Europa del gas proveniente dai giacimenti di Shah Deniz in Azerbaigian.
La stampa locale riferisce che attualmente sono 1.800 le persone impiegate in Albania per la realizzazione del progetto energetico, grazie al quale si attende un aumento del Pil albanese di 150 milioni di euro. Albania e Italia possono concretamente promuovere politiche energetiche strategiche per tutta l’area del Mediterraneo. Collegata alla problematica energetica, l’Albania analizza e discute di ambiente e inquinamento. Il ministero dell’Energia albanese sta preparando un piano per evitare in futuro problemi causati dalla siccità. Tale piano si fonda sulla diversificazione della produzione energetica, per arrivare ad una riduzione netta dalla dipendenza dal settore idro-elettrico. Si stima che l’energia solare possa rappresentare una garanzia per il paese se sfruttata adeguatamente, e le prime procedure agevolate per l’installazione di impianti solari sono state avviate. “Il ministero ha registrato dieci punti da affrontare per accelerare le autorizzazioni. Se il processo continua normalmente, potremmo averle installate entro la fine dell’anno”, ha dichiarato il già ministro dell’Energia di Tirana, Entela Cipa. Per gli investimenti più grandi, ci saranno finanziamenti aggiuntivi offerti dalla Banca europea di ricostruzione e sviluppo (Bers). “La Bers sosterrà il 60 per cento dell’investimento”, ha dichiarato Cipa. Ulteriori opportunità, oltre quelle legate alla struttura e alla progettualità del Tap. Tra le opportunità vi è, come descritto, il solare. “Il clima albanese è particolarmente adatto allo sviluppo dell’energia solare, e quindi stiamo già valutando una decina di proposte per centrali fotovoltaiche di potenza intorno a circa 2 MW. La prima, se tutto va bene, entrerà in funzione entro il 2018”, ha dichiarato il ministro Cipa. Per questi primi progetti l’elettricità prodotta sarà pagata dal governo in base a una tariffa stabilita dell’Ente di regolazione dell’energia albanese, progetto sostenuto anche dal nuovo ministro dell’Energia, il socialista Damian Gjiknuri.
Il neo ministro e il direttore della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) in Albania, Matteo Colangeli, hanno siglato un accordo teso a promuovere gli investimenti per la produzione di energia solare nel paese balcanico. “Si tratta dell’assistenza che verrà offerta al nostro ministero per organizzare le aste per gli impianti di produzione fotovoltaica e della possibilità di un sostegno finanziario da parte della Bers di qualche investimento che verrà scelto tramite un processo trasparente e competitivo”, ha spiegato il ministro Gjiknuri, aggiungendo che “l’obiettivo è di poter garantire finanziamenti, tramite la Bers, per la produzione di energia solare”.
Molto si sta già muovendo intorno al rafforzarsi del fotovoltaico nel paese balcanico. In arrivo un impianto da 2 MW, vicino a Lushnje, nell’Albania centrale, che dovrebbe costare appena un milione di euro, e uno proposto dalla Albanian General Electricity SH, per una centrale di 2 MW circa, vicino a Fier, nel sud del paese. E ci sono anche investimenti ben più sostanziosi: sono già stati presentati due progetti da 50 MW ciascuno, uno a Malik, in Albania orientale, da un consorzio di società albanesi del settore energetico, e un secondo a Valona dalla Novoselë Photovoltaic PowerPlant Sh.P.K. Tutte opportunità che vanno approfondite e studiate dagli imprenditori italiani. Un legame politico, economico e commerciale destinato a rafforzarsi nella comune visione di concrete prospettive energetiche.