Albania. Elezioni generali: Rama si è assicurato il terzo mandato con i 74 seggi dell’SP

di Alberto Galvi

Le elezioni generali albanesi hanno sancito la vittoria per la terza volta del SP (Socialist Party). La tornata ha messo in luce le divisioni tra maggioranza e opposizione su riforma elettorale, emigrazione, corruzione, disoccupazione e interferenze politiche con i media. Non ha potuto votare a causa della mancata adozione della legislazione necessaria la diaspora del paese balcanico che conta circa 1,8 milioni di albanesi, una cifra enorme per un paese con 3,5 milioni di persone. Il voto è stato monitorato da 125 osservatori provenienti da 32 paesi membri dell’OECD (Organization for Economic Co-operation and Development) e decine di altri dalle ambasciate occidentali.
Il partito del primo ministro Edi Rama si è assicurato 74 seggi, che sono più che sufficienti per governare senza partner di coalizione. Il parlamento è composto da 140 seggi i cui membri sono eletti direttamente nelle circoscrizioni uninominali con voto di rappresentanza proporzionale per un mandato di 4 anni. Tuttavia il DP (Democratic Party) di Lulzim Basha, che sperava di ottenere un primo mandato dopo otto anni all’opposizione, non ha ancora accettato i risultati, che seguono una campagna accesa e in alcune fasi anche violenta.
Il presidente è invece eletto indirettamente dal parlamento per un mandato di 5 anni ed è idoneo per un secondo mandato. Un candidato per diventare presidente ha bisogno della maggioranza dei tre quinti dei voti del parlamento in uno dei tre turni a disposizione o della maggioranza semplice in 1 dei 2 turni aggiuntivi.
Durante la campagna elettorale Edi Rama ha promesso di accelerare il lancio dei vaccini contro il coronavirus e completare la ricostruzione da un terremoto del 2019, che ha lasciato migliaia di persone senza una casa. Inoltre Rama vuole trasformare l’Albania in un hub turistico con nuovi aeroporti e migliori infrastrutture, ma i critici lamentano la corruzione e i danni ambientali.
Intanto dieci membri del DP albanese hanno chiesto le dimissioni del leader Lulzim Basha a seguito dello scarso risultato elettorale, che ha visto la sua coalizione Alliance for Change vincere solo 59 seggi nei 140 seggi del parlamento. Al terzo posto è arrivato il LSI (Socialist Movement for Integration), che ha ottenuto 4 seggi.
Lulzim Basha ha iniziato a dirigere il DP nel 2013 dopo aver perso le elezioni, ed era la seconda volta che si scagliava contro il primo ministro Edi Rama alle elezioni generali. Durante la campagna elettorale c’è stato lo scontro di personalità tra Rama, Basha e l’attuale presidente Ilir Meta. I due rivali hanno accusato Rama di brogli elettorali e corruzione, mentre lui ha accusato i due di non avere politiche, ma solo un’ossessione per sbarazzarsi della sua presenza al vertice del paese.
Lo svolgimento delle elezioni è stato seguito da vicino dai diplomatici degli Usa e dell’Ue al fine di determinare se l’Albania può progredire e integrarsi nella Casa comune, anche se le principali organizzazioni internazionali classificano ancora l’Albania come uno dei paesi più poveri e più corrotti d’Europa.