Albania. Le mani di Edi Rama sulla stampa e la fuga dei giornalisti

di Notizie Geopolitiche – 

Sta suscitando molta apprensione, soprattutto negli ambienti vicini all’opposizione al governo del premier Edi Rama, il licenziamento di un gran numero di giornalisti impiegati nei principali media albanesi e l’abbandono volontario del proprio posto da parte di elementi di spicco della stampa nazionale.
Secondo Lulzim Basha, leader del Partito Democratico d’Albania ed uno dei principali rappresentanti dell’opposizione, “queste sono cattive notizie ed un altro passo verso l’occupazione dei media da parte di un regime criminale e corrotto”, il quale ha poi aggiunto che l’assenza di questi giornalisti “lascerà quotidiani e televisioni ancora di più nelle mani del governo” il quale, sempre secondo Basha, starebbe offrendo compensi economici in cambio di sostegno politico, soprattutto in vista delle prossime elezioni politiche del giugno 2017.
Molti operatori della stampa stano infatti esprimendo, soprattutto tramite i social network, la loro preoccupazione per quello che sta divenendo un sempre più forte sbilanciamento dell’informazione verso le posizioni governative, una situazione che lascia quindi sempre meno spazio alle voci critiche nei confronti di Rama e del Partito Socialista.
Sotto i riflettori di questa polemica è finita soprattutto l’emittente televisiva ABC News (Albanian Broadcasting Corporation), una della principali Tv albanesi, il cui caporedattore, Armand Shkullaku, dopo quattro anni di servizio ha annunciato che non avrebbe rinnovato il contratto con l’azienda, preferendo cercare un nuovo impiego altrove.
Nonostante Shkullaku non si sia espresso sulle ragioni della sua decisione, il fatto che la scelta sia stata dettata da motivazioni politiche lo lasciano intendere i messaggi, affidati a Facebook e Twitter, degli altri giornalisti della redazione, i quali lo hanno paragonato all’ultimo baluardo per l’indipendenza della stampa contro le pressioni provenienti dall’esterno.
Sintomo di un clima di stravolgimento all’interno dell’emittente è anche l’allontanamento (coatto o meno) di gran parte dei corrispondenti da paesi stranieri, tra questi Vincent Triest, inviato in Olanda e Germania il quale ha scritto in un tweet: “la situazione nei media albanesi è molto fragile” e “visti i recenti cambiamenti non c’è più posto per me in ABC; sfortunatamente tutti i corrispondenti esteri sono stati licenziati”.
Altro abbandono importante quello di Alfred Lela, direttore di Gazeta Mapo, giornale del gruppo editoriale Mapo media, proprietà di Henri Cili il quale, dopo essersi schierato pubblicamente a favore di Edi Rama ha impresso la propria linea politica alle testate di sua proprietà; questa presa di posizione ha spinto Lela a rinunciare al suo impiego in quanto, ha dichiarato, “non posso personalmente e professionalmente essere forzato ad assumere un punto di vista che non è il mio”.
L’Albania, che nella classifica di Reporter Senza Frontiere riguardante la libertà di stampa si posiziona all’82° posto nel mondo, ancora presenta gravi carenze sotto l’aspetto dell’indipendenza dei media, che va di pari passo con la dilagante corruzione di un governo che cerca di espandere il più possibile la propria influenza sull’informazione; una condizione questa che è una costante nella gran parte dei paesi della penisola balcanica, dove per i giornalisti il peso del potere politico costituisce ancora, in diversi casi, una fonte di preoccupazione.

In foto: il primo ministro albanese Edi Rama