Alfano, ‘riapertura al pubblico della biblioteca IsIAO frutto della collaborazione tra Farnesina e Mibact’

Farnesina

“Sono molto lieto che nel contesto della IX edizione di Farnesina Porte Aperte, ad oltre sei anni dalla chiusura dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO), la prestigiosa biblioteca dell’istituto riaprirà al pubblico negli spazi della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma”. Così il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, introduce la riapertura della prestigiosa biblioteca IsIAO, in programma martedì 9 maggio. “La riapertura di una delle biblioteche più complete in Europa sulla storia e la cultura delle civiltà di Africa ed Asia, a lungo attesa da studiosi ed accademici italiani e internazionali, è stata resa possibile dalla collaborazione della Farnesina, che dallo scorso novembre cura la liquidazione dell’ente, e del Ministero per i Beni, le Attività Culturali ed il Turismo. Gli sforzi comuni delle due amministrazioni hanno così permesso di salvaguardare la prestigiosa eredità culturale dell’IsIAO e di assicurarne di nuovo la fruibilità da parte del pubblico, restituendo alla cittadinanza uno strumento prezioso per coltivare ed approfondire la conoscenza di culture e popoli sempre più vicini nel mondo del XXI secolo”, ha aggiunto Alfano, precisando inoltre che “la Farnesina ha inoltre avviato il riordinamento del prezioso archivio storico dell’IsIAO: alcuni documenti dell’archivio, presto reso accessibile agli studiosi, saranno inseriti nel percorso espositivo”.
In occasione dell’evento di riapertura, che avrà luogo martedì 9 maggio alle ore 12 presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, verrà inoltre siglata una convenzione tra la Biblioteca Nazionale e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per la tutela, la valorizzazione e la fruizione della Biblioteca dell’IsIAO. Sarà inoltre allestita una esposizione emblematica dei tesori dell’IsIAO, inserita nell’ambito della campagna nazionale di promozione della lettura Il Maggio dei Libri, che includerà anche una sezione sulle preziose Collezioni orientali della Biblioteca Nazionale (visitabile dal 9 maggio al 30 giugno 2017). Introduce Andrea De Pasquale (direttore BNCR), intervengono Armando Barucco (Unità di Analisi MAECI), Elisabetta Belloni (segretario generale MAECI), Antonia Pasqua Recchia (segretario generale MIBACT), Rossana Rummo (direttore generale DGBIC). Conclude on. Mario Giro (vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale).
La biblioteca dell’IsIAO si articola in tre Sezioni per un totale di oltre 180.000 volumi, suddivisi a loro volta in diversi fondi, che costituiscono una testimonianza unica per ricchezza e varietà del materiale custodito: tra di essi spiccano quelli di antichi manoscritti sanscriti e tibetani acquisiti dal fondatore della biblioteca, l’orientalista Giuseppe Tucci, il fondo Dubbiosi con numerose opere manoscritte in arabo ed il fondo Taddei, fondamentale per lo studio dell’arte del Gandhara. Sono parte integrante del patrimonio trasferito presso la sede della Biblioteca Nazionale anche la fototeca africana e la cartoteca, già appartenute all’Istituto Italo Africano, che contano rispettivamente oltre 100.000 tra fotografie e negativi risalenti al periodo coloniale italiano ed oltre 14.000 carte geografiche della stessa epoca storica.
Il patrimonio dell’IsIAO andrà ad integrarsi con le collezioni orientali della BNCR, in particolare il fondo cinese e giapponese, una raccolta unica in Italia per ricchezza e omogeneità di materiale. Il fondo cinese raccoglie circa 1500 titoli per un totale di 13.000 volumi, ai quali bisogna aggiungere nel 1992 il dono dell’Associazione Italia-Cina di circa 6000 volumi; la raccolta di testi giapponesi comprende circa 2500 titoli per 5000 volumi. Il nucleo originale e più consistente del fondo cinese è costituito dalla raccolta di opere conservate dai gesuiti nella Bibliotheca Major del Collegio Romano, che trae origine dai rapporti tra l’ordine religioso e l’Impero cinese a partire dal 1583, anno dell’ingresso in Cina di Matteo Ricci, fino al 1773, anno in cui la Compagnia venne sciolta. Merita un cenno particolare l’opera più famosa del fondo, il manoscritto del Bencao Pinhui Jingyao, prima stesura di un trattato di farmacopea del XVI secolo, compilato per ordine dell’imperatore della dinastia Ming Xiao Zong e riccamente illustrato con 1360 acquarelli.