Algeria. Bouteflika: sciopero generale, ma lui ritita la candidatura e sposta le elezioni

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Le opposizioni algerine hanno intensificato le proteste arrivando al secondo giorno di sciopero generale, dopo che ieri il presidente Abdelaziz Bouteflika è rientrato nel paese per, come hanno riferito fonti ufficiali, due settimane di ricovero in un ospedale di Ginevra, in Svizzera, al fine di essere sottoposto a “controlli medici periodici”.
Diversi negozi oggi hanno riaperto i battenti, mentre interi complessi industriali sono rimasti fermi, compresi quelli del gas di Oued Ezzine, nel sud del Paese, e della Sonelgaz ad Hadjout, a ovest di Algeri.
Da giorni si susseguono nel paese le proteste per dire no ad una nuova candidatura alle presidenziali di Abdelaziz Bouteflika, capo dello Stato in carica dal 1999, ma oggi il presidente ha ceduto e ritirato la propria candidatura. Diverse fonti parlano inoltre dello slittamento della tornata elettorale.
A volere “in nome della stabilità” ancora alla guida del paese l’82enne e malandato Bouteflika, vittima di un grave ictus ed in passato dato persino per morto, erano il Fronte di Liberazione Nazionale, al potere dai tempi dell’indipendenza del 1962, i partiti di maggioranza ed i principali sindacati.
Bouteflika è stato in passato anche ministro dello Sport e della Gioventù, degli Esteri e della Difesa.
Bouteflika aveva presentato la necessaria documentazione per la candidatura alle elezioni del 18 aprile, nonostante nel paese in più occasioni la protesta sia sfociata in atti di violenza e diversi giornalisti abbiano denunciato l’imposizione delle autorità a non riferire di quanto sta accadendo.