Algeria. La protesta del movimento Hirak al tempo del coronavirus

di Aberto Galvi –

In Algeria il movimento di protesta popolare Hirak è iniziato il 22 febbraio 2019 scorso e, dopo aver ottenuto le dimissioni di Abdelaziz Bouteflika dalla presidenza il 3 aprile 2019, ha chiesto dei veri cambiamenti negando ogni legittimità al nuovo presidente eletto Abdelmadjid Tebboune.
Dal 20 marzo 2020, il movimento Hirak è diventato digitale con attivisti che gestiscono campagne online e sui social media. Da questo momento il movimento Hirak si è quindi dovuto inventare una nuova forma di protesta tanto efficace come quella precedente.
All’inizio molti attivisti hanno esitato nei confronti di questo cambiamento perché è difficile rinunciare alla protesta di piazza. In questo momento la pandemia di coronavirus ha svuotato le strade un tempo piene di milioni di manifestanti antigovernativi, mentre le autorità continuano una campagna di intimidazioni e arresti.
Tra i nuovi sistemi utilizzati per la protesta c’è l’utilizzo di RCI (Radio Corona Internationale), che continua a lanciare i messaggi di protesta contro il governo poiché non potendo più protestare in piazza le persone sono state costrette a rimanere a casa a causa del coronavirus.
Tra i collaboratori della radio ci sono editorialisti algerini sparsi per il mondo, mentre la playlist presenta inni di protesta popolari e rap politicamente sensibili.
Il programma lancia messaggi seri attraverso giochi di parole di comici che utilizzano un tono gioviale. Per esempio uno spettacolo è stato dedicato a una figura emblematica del movimento anti-regime Karim Tabbou, che ora è detenuto in prigione.
Tra le altre forme di protesta c’è stato l’utilizzo della piattaforma multimediale online indipendente Wersh Derna, fondata nel 2017 dal giovane farmacista Riadh Touat. Inizialmente, l’obiettivo di Wersh Derna era sfidare gli stereotipi sulla gioventù algerina mettendo in mostra imprenditori, società civile e artisti di talento.
Dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, Wersh Derna ha creato video informativi sul virus e sulle iniziative per combatterlo generate dai cittadini.
Il regime d’altra parte per cercare di contrastare queste informazioni ne ha diffuse altre a favore del governo come la dichiarazione del Presidente Abdelmadjid Tebboune del 1° aprile in cui afferma che il servizio sanitario algerino ha sufficiente capacità di combattere il COVID-19.
Tra le altre informazioni lanciate dal presidente algerino c’è quella dell’offerta della Cina di costruire un ospedale per circa 9 mila malati di COVID-19 in Algeria o addirittura l’apertura di un nuovo centro di rianimazione nella città di Blida, che è stato l’epicentro dell’epidemia algerina.
Dall’altra parte le autorità algerine hanno invece affermato di essere state attive nel rispondere alla pandemia, descrivendo l’eccellenza del loro personale medico e affermando di aver annunciato alcune misure come la chiusura delle scuole anche prima dei paesi dell’Unione europea.
Le informazioni lanciate dal regime hanno fatto ben poca cosa per alleviare le paure degli attivisti sulla capacità del paese di far fronte a questa crisi economica sanitaria. Finora l’Algeria è il paese africano con il maggior numero di vittime da coronavirus.
Gli esperti collocano il paese nordafricano tra i meno preparati a rispondere a una crisi sanitaria a causa delle deboli infrastrutture sanitarie del paese con carenze di attrezzature di base come maschere e gel disinfettante. 
Quelle carenze, unite ad una economia disastrosa, potrebbero rendere difficile per l’Algeria sopravvivere e riprendersi dal virus. Inoltre in questo momento nel paese è in vigore il coprifuoco insieme alla chiusura parziale dei confini.