Algeria. Nuovo referendum costituzionale fissato per il 1 novembre

di Alberto Galvi

Il prossimo 1 novembre è la data fissata dall’Algeria per un referendum su una nuova costituzione dopo mesi di proteste che chiedono riforme volte a rilanciare la democrazia e dare più potere al parlamento. Il testo referendario è già stato però respinto da un gruppo di partiti e associazioni legate al movimento di protesta Hirak.
La nuova costituzione come mostra una bozza pubblicata all’inizio di quest’anno darebbe al primo ministro e al parlamento più poteri per governare il Paese nordafricano. Finora il primo ministro è invece stato nominato dal presidente previa consultazione con il partito di maggioranza in parlamento.
Se il referendum fosse approvato, di ridurrebbe l’autorità del presidente della Repubblica che finora è stato eletto direttamente dalla maggioranza assoluta con voto popolare in due turni, se necessario, per un mandato di cinque anni con la possibilità di essere rieletto per un secondo mandato. I critici del regime hanno sostenuto che gli emendamenti inseriti nel referendum consolidano anche i poteri presidenziali.
Inoltre con previa approvazione del parlamento, a maggioranza dei due terzi dei suoi membri, il presidente della Repubblica può decide di inviare unità dell’esercito all’estero. Con l’approvazione del referendum l’Algeria potrà partecipare alle operazioni di mantenimento della pace all’estero. Tutto questo verrà effettuato nel pieno rispetto dei principi e degli obiettivi delle Nazioni Unite, dell’Unione africana e della Lega araba.
Il parlamento algerino è bicamerale ed è composto da una Camera alta con 144 seggi, di cui un terzo dei membri è nominato dal presidente, mentre gli altri due terzi sono eletti indirettamente a maggioranza semplice da un collegio elettorale composto dai membri dei consigli locali.
La Camera bassa è composta da 462 seggi di cui 8 per gli algerini residenti all’estero, mentre gli altri membri sono eletti direttamente in collegi plurinominali con voto proporzionale per un mandato di cinque anni.
Il presidente Abdelmadjid Tebboune che è stato eletto lo scorso dicembre si è ripetutamente impegnato a introdurre riforme politiche ed economiche e a soddisfare le richieste sollevate nelle manifestazioni che hanno rovesciato nell’aprile dello scorso anno il presidente veterano Abdelaziz Bouteflika.
Dall’indipendenza dalla Francia, la costituzione del Paese è stata modificata più volte e durante i due decenni dell’era di Bouteflika. Le modifiche adottate nella costituzione erano state adattate alle esigenze del leader deposto.
Tebboune, ex primo ministro sotto Bouteflika, da quando è entrato in carica ha cercato un referendum costituzionale, apparentemente come risposta al movimento di protesta popolare Hirak. A gennaio, il presidente algerino aveva incaricato diciassette esperti costituzionali del Paese di redigere una nuova costituzione entro tre mesi. 
Nel febbraio dello scorso anno sono scoppiate proteste di massa per chiedere l’allontanamento del vecchio establishment al potere.
Con lo scoppio della pandemia da marzo di quest’anno, il governo ha vietato le manifestazioni di massa per limitare la diffusione del Covid-19.
Il principale scopo delle proteste era respingere il piano dell’ex presidente di cercare di ottenere un quinto mandato dopo 20 anni al potere e perseguire persone accusate di corruzione.
Da allora sono stati incarcerati con l’accusa di corruzione, diversi alti funzionari, tra cui importanti uomini d’affari, due ex primi ministri e diversi ministri del Paese nordafricano.