di Belkassem Yassine –
I lavoratori saharawi impiegati nel settore dell’importazione di auto usate dall’Europa hanno protestato davanti alla sede di segretariato nazionale del Polisario di Rabouni, vicino a Tindouf in Algeria, per la decisione delle autorità di Algeri di limitare i loro movimenti con la confisca da oltre un mese dei loro passaporti.
Ne dà notizia il sito “Futuro Sahara”, il quale ha riportato la denuncia degli importatori di auto saharawi secondo i quali per ragioni sconosciute sarebbero stati trattenuti i loro passaporti algerini una volta rientrati nel territorio del paese nordafricano. “Il passaporto – ha affermato uno dei manifestanti a Futuro Sahara – è un documento di viaggio personale che deve essere consegnato al suo portatore appena timbrato dalla polizia alle frontiere”. Pertanto “la confisca dei nostri passaporti per un mese è inaccettabile”, “è una misura illegale dal punto di vista del diritto internazionale e paralizza il nostro movimento”.
“Siamo obbligati a restare un mese a Tindouf – hanno affermato indossando i gilet gialli alla francese – per una misura iniqua e dalle conseguenze disastrose, con ripercussioni sulle nostre condizioni sociali”.