Arabia Saudita. Equilibrismi tra Iran e Israele per la stabilità

di Giuseppe Gagliano

Il conflitto in corso tra Iran e Israele potrebbe destabilizzare l’intero Medio Oriente. Per questo motivo sia l’Arabia Saudita che le monarchie del Golfo hanno come loro finalità quella di tutelare i loro confini al fine di evitare un’escalation che rischierebbe di essere incontrollata , pur senza schierarsi o con Teheran o con Tel Aviv, cercando quindi di raggiungere un equilibrio complesso ma certamente instabile. Questo atteggiamento, che per certi versi ricorda l’equilibrismo turco tra la Nato e la Russia, ha come scopo certamente quello di rafforzare l’influenza a livello politico e diplomatico. Come ampiamente noto l’Arabia Saudita, a differenza della Giordania, ha esplicitamente negato di avere preso parte all’abbattimento di missili e droni che sono stati lanciati dall’Iran e dei suoi alleati contro Israele. Questo tuttavia non toglie che le monarchie del Golfo abbiano condiviso informazioni di intelligence insieme agli Stati Uniti allo scopo di tutelare Israele.
Secondo alcune fonti di intelligence gli Usa avrebbero individuato parte dei missili e dei droni iraniani grazie alle infrastrutture presenti sia in Arabia Saudita che in Giordania. D’altra parte nel 2023 i sauditi avevano intercettato missili degli houthi dialetti contro Israele. Allo stato attuale non si può affermare che si sia realizzata una sorta di coalizione di natura difensiva di matrice sunnita per tutelare Israele dalle aggressioni iraniane e di Hamas e da Hezbollah. Le scelte atte dai sauditi devono essere lette in un’ottica molto precisa, ovvero quella di tutelare i confini nazionali, di prevenire o comunque di limitare ogni eventuale escalation.
Durante i periodi di crisi relativi al conflitto fra Iran e Israele le monarchie del Golfo che hanno firmato gli accordi di Abramo hanno cercato di invitare entrambe le parti alla moderazione. Sarebbe inaccettabile un’escalation regionale in Medio Oriente. Tutto ciò sembrerebbe confermare che la strategia saudita non sia cambiata nonostante l’attuale conflitto in corso. Allo stato attuale è possibile affermare con una certa ragionevole certezza che la normalizzazione tra i sauditi e Israele è ormai questione di tempo. Analogamente il rapporto tra i sauditi e l’Iran, che è stato ripreso nel 2023, prosegue nonostante le scelte offensive poste in essere da Hamas il 7 ottobre e nonostante le offensive portate nel Mar Rosso dagli houthi yemeniti, sostenuti dall’Iran.
Complessivamente questa neutralità, per quanto precaria e ambigua, conviene alle monarchie del Golfo: i sauditi infatti temono eventuale ritorsioni dell’Iran e dei suoi alleati. L’Arabia Saudita ha progetti economici molto ambiziosi e questi possono essere conseguiti solo se vi è una stabilità di natura economica, solo se vi sono considerevoli investimenti stranieri, solo insomma se vi sarà un Medio Oriente tranquillo. Solo a queste condizioni la Vision 2030 potrebbe realizzarsi anche a favore dell’Iran.