di Alessandro C. Mauceri –
Come ogni anno sono milioni i pellegrini che partecipano al Hajj, il pellegrinaggio islamico alla Mecca. Quest’anno si parla di 1,8 milioni provenienti da tutto il mondo. Tra loro almeno 922 pellegrini sarebbero morti a causa delle temperature da record registrate in Arabia Saudita. Un numero dei decessi che è il quadruplo di quello dello scorso anno. Secondo i diplomatici almeno 600 delle vittime sarebbero di nazionalità egiziana: “Tutti (gli egiziani) sono morti a causa del caldo”. Secondo il ministero della Salute di Riyad, più di 2.760 pellegrini hanno sofferto di colpi di sole e stress legati al calore della sola giornata di domenica.
A Mina, fuori della Mecca, ai pellegrini sono state fornite bottiglie d’acqua e i volontari hanno distribuito bevande fredde e gelati per tentare di abbassare la temperatura corporea. I funzionari sauditi hanno consigliato ai pellegrini di usare ombrelli, bere molta acqua ed evitare di esporsi al sole nelle ore più calde della giornata, ma molti dei rituali del Hajj, tra cui le preghiere sul Monte Arafat che si sono svolte sabato, comportano la permanenza all’aperto per ore durante il giorno.
Secondo Medici Senza Frontiere sulle morti dei pellegrini diretti alla Mecca spesso pesa un silenzio istituzionale: “vergognoso. Un silenzio incurante del dolore di chi sopravvive, un vuoto disumano non tollerabile”. Alcuni media parlano di difficoltà a tracciare i pellegrini irregolari, cosa che renderebbe difficile anche il ritrovamento di chi è stato male o, peggio, è deceduto.