Arabia Saudita. Khashoggi: Londra minaccia conseguenze, Trump manda investigatori

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Si fa sempre più accorata l’indignazione internazionale per la scomparsa e la probabile uccisione del giornalista Jamal Khashoggi, il quale era entrato il 2 ottobre nel consolato saudita di Istanbul per richiedere documenti di divorzio e da lì non sarebbe più uscito. Per le autorità turche, che hanno visionato i filmati delle telecamere di sorveglianza, Khashoggi sarebbe stato ucciso nel consolato da uomini del servizio segreto di Riad ed il suo corpo sarebbe stato trafugato una volta tagliato a pezzi.
Le autorità saudite continuano a smentire le accuse, ma la polizia turca ha le prove dell’arrivo a Istanbul quel giorno di 11 uomini dei servizi sauditi muniti di passaporto diplomatico: il giornalista, dal 2017 esule negli Usa, era editorialista del Washington Post molto critico nei confronti del principe ereditario Mohamed bin Salman, il quale anche in passato non si è fatto scrupoli nel far arrestare principi e funzionari requisendo loro cifre per svariate centinaia di miliardi di dollari, e ci sono sospetti per un aereo misteriosamente caduto nel novembre 2017 mentre sorvolava l’Arabia Saudita con a bordo alcuni principi.
Sulla scomparsa di Khashoggi oggi vi è stata la reazione della Gran Bretagna, il cui ministro degli Esteri Jeremy Hunt ha minacciato “serie conseguenze”: “Se queste accuse sono vere, ci saranno serie conseguenze, perché le nostre amicizie e le nostre collaborazioni si basano su valori condivisi”.
Sul caso è intervenuto anche il presidente Usa Donald Trump, il quale ha comunicato sulla Fox che “I nostri investigatori stanno lavorando con la Turchia e anche con l’Arabia Saudita. Vogliamo scoprire cosa è successo”.