di Giuseppe Gagliano –
Il principe ereditario saudita Mohammad Bin Salman (conosciuto con l’acronimo MBS) ha intrapreso una serie di riforme all’interno della corte reale saudita con l’obiettivo di consolidare il suo potere e facilitare la transizione al trono. Tra le principali modifiche figura l’ampliamento del ruolo del principe Khaled Bin Salman, già ministro della Difesa, che ora avrà maggiore influenza all’interno della corte reale. Questa decisione riflette la fiducia che MBS ripone nel fratello, non solo per le sue competenze militari, ma anche per la sua crescente esperienza in affari esteri e interni.
Il rafforzamento del ruolo di Khaled appare particolarmente significativo in vista delle delicate manovre che accompagnano la transizione di potere in Arabia Saudita, paese che, sotto la guida di MBS, ha cercato di affermarsi come una potenza regionale e di diversificare la propria economia al di là del petrolio, con il progetto Vision 2030.
La ristrutturazione della corte reale mira anche a garantire una gestione più centralizzata e disciplinata degli affari di stato, eliminando potenziali rivali e consolidando l’influenza del principe ereditario e dei suoi alleati più stretti. Tuttavia, tali cambiamenti sono accompagnati da critiche, sia all’interno che all’esterno del regno, dove alcuni osservatori temono che il controllo sempre più stretto di MBS sulla corte reale possa accentuare la repressione politica e ridurre ulteriormente la già limitata libertà di espressione.
Il contesto geopolitico in cui avvengono queste modifiche è particolarmente teso, con l’Arabia Saudita impegnata a mantenere un ruolo di primo piano nelle dinamiche regionali, in particolare in Medio Oriente, dove il regno deve far fronte a tensioni con l’Iran e a complessi giochi di potere all’interno del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Inoltre, l’estensione del ruolo del principe Khaled nella corte reale potrebbe anche rappresentare una mossa strategica per rafforzare le alleanze militari e di sicurezza con partner chiave come gli Stati Uniti, con i quali i legami restano forti nonostante le critiche per la gestione dei diritti umani nel regno.