Arabia Saudita. Rilasciato Nauaf Talal al-Rashid, ma sono molti i principi ancora in carcere

di Nunzio Messere

Dopo 10 mesi di carcere le autorità di Riad hanno rilasciato il principe Nauaf Talal al-Rashid, uno dei molti principi, imprenditori, ministri e dignitari sauditi arrestati a partire dal novembre 2017 su ordine del potentissimo erede al trono Mohamed Bin Salman, detto “Mbs”. L’accusa mossa generalmente nei confronti dei 381 arrestati è stata quella di corruzione, ed in molti hanno accettato di vedere i loro conti miliardari prosciugati in cambio della libertà. Come infatti aveva a suo tempo riportato il Wall Strett Journal, la cosa non era da leggersi nelle faide interne alla numerosa e composita famiglia reale, bensì negli “oltre 800 miliardi di dollari” su cui Mbs sperava, ed in parte è riuscito, di mettere le mani.
Mbs si è levato in un sol colpo possibili concorrenti non solo per il trono, ma soprattutto per la “torta” da 2mila miliardi di dollari di investimenti per il programma “Vision 2030”, il cui scopo sarebbe quello di diversificare l’economia a cominciare da grandi progetti nel settore del turismo, compresa la costruzione di una città-resort sul Mar Rosso.
Nel caso di Nauaf Talal al-Rashid, che era stato estradato dal Kuwait e che gode anche della cittadinanza qatarina, non vi era stato nessun campo d’imputazione.
Tra gli arrestati della prima ora vi erano
– il principe al-Walid bin Talal (al-Walid bin Ṭalal bin Abd al-Aziz al-Saud), uno degli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio personale di oltre 30 miliardi di dollari, amico personale di Silvio Berlusconi, di Rupert Murdoch e di Vladimir Putin e soprattutto presidente e amministratore delegato della Kingdom Holding Company (importanti quote in Amazon, Ebay, Apple, Boeing, Coca Cola, Fininvest, Citygroup, McDonald’s, Twitter e molte altre);
– il principe Turki bin Nasser al-Saud, già vicecomandante delle forze armate, anche lui multimiliardario e con conti offshore;
– il principe Mutaib II bin Abdullah bin Abdulaziz al-Saud, già comandante in campo e fino a prima dell’arersto ministro della Guardia nazionale;
– il principe Turki bin Abd Allah al-Saud, già governatore della provincia di Ryad;
– Khaled al-Tuwayjiri, già comandante della Guardia Reale, segretario del Consiglio di Fedeltà e segretario privato e consigliere speciale di re Abd Allah;
– Waleed bin Ibrahim al-Ibrahim, numero uno del Middle East Broadcasting Center (Mbc) e proprietario della prima tv commerciale del Medio Oriente;
– Saleh Abdullah Kamel, capo del Consiglio generale delle Banche islamiche e della Camera di commercio di Jeddah, nonché fondatore del Dallah al Baraka Group;
– Adel bin Muhammad Fakeih, ministro dell’Economia e della Pianificazione, già ministro del Lavoro;
– Abdullah al-Sultan, comandante della regia Marina.
Agli arresti vi è ancora il principe Salman Bin Abdulaziz Bin Salman al-Saud, anche lui senza alcun capo d’accusa e senza aver mai rappresentato una minaccia per il potere saudita: ricchissimo, è conosciuto per le sue opere caritatevoli e per il suo impegno a favore dei bisognosi.