Associazione Mazingira e MUSE, fra Trentino e Tanzania, per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030

Cs * –

Cooperazione internazionale al MUSE?
Cosa ci fa un’organizzazione di volontariato che si occupa di cooperazione internazionale e aiuto allo sviluppo in un museo di scienze come il MUSE? Cerca di realizzare sul campo molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, lavorando sia in Tanzania che in Trentino per un’integrazione sistemica fra uomo e ambiente, perché, come cita il motto che la anima, “Se non conserviamo il nostro ambiente non conserviamo noi stessi”.
Dalla lunga esperienza di ricerca e monitoraggio del MUSE nelle foreste montane dell’Eastern Arc in Tanzania, partita alla fine degli anni ’90, sono lentamente nati l’esigenza e la convinzione di ampliare le azioni in loco, cercando di conservare l’enorme patrimonio floro-faunistico di questo delicato ecosistema, attraverso il coinvolgimento diretto della comunità locale. Così, nel 2010, da un gruppo di ricercatori del MUSE, è nata Associazione Mazingira (ambiente in lingua swahili), un’organizzazione di volontariato, che si occupa di sostenibilità e conservazione ambientale, cooperazione allo sviluppo, sensibilizzazione e formazione allo scopo di integrare, con approccio partecipativo, uomo e ambiente, due entità indissolubilmente legate e interdipendenti.

Un passo indietro.
Tutto è partito dalle tante ricerche sull’erpetofauna dell’Eastern Arc a cura del dott. Michele Menegon e dalla scoperta, da parte del dott. Francesco Rovero, di un grosso “topo”, che poi topo non è, il macroscelide africano dei Monti Udzungwa, il famoso topo-ragno elefante gigante, nelle foreste degli Udzungwa. I due ricercatori con il loro lavoro, pubblicazioni e passione hanno gettato le basi per la nascita della Sezione di Biodiversità Tropicale all’interno del MUSE. Grazie al finanziamento della Provincia Autonoma di Trento e all’accordo con Tanzania National Parks (TANAPA), l’ente che gestisce i parchi nazionali nel paese, è seguita nel 2006 la costruzione del Centro di Monitoraggio Ecologico dei Monti Udzungwa (Udzungwa Ecological Monitoring Centre -UEMC), base logistica e operativa in Tanzania, per chiunque volesse addentrarsi e studiare le meravigliose foreste delle Udzungwa Mountains. Nel 2010 sempre grazie a finanziamenti provinciali, all’UEMC si è aggiunto l’ostello per ospitare studenti, personale della TANAPA e in seguito anche eco-turisti.

Una valle e una foresta: Kilombero- Monti Udzungwa.
Il luogo dove il MUSE e Mazingira hanno speso tempo, risorse e professionalità è una valle paradigmatica di una situazione ricorrente nei Paesi in Via di Sviluppo dove le foreste pluviali, ecosistemi ricchissimi e preziosissimi, sono spesso circondate da comunità popolose e rischiano il sovra-sfruttamento o addirittura la completa scomparsa. Il mantenimento delle foreste e dei loro benefici è però critico non solo per le comunità locali, ma per l’intero pianeta. La Valle del Kilombero-Monti Udzungwa è un chiaro esempio di tutto ciò: una foresta di estremo valore ecologico ai cui piedi si estende una valle molto fertile e popolata, con scarse infrastrutture, dove il 40% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, l’istruzione secondaria rimane privilegio di pochi e il 30% dei bambini è malnutrita. La valle, sfruttata con colture intensive (canna da zucchero e riso) e affollata di villaggi, è attigua alla foresta senza alcuna zona cuscinetto che attenui l’impatto antropico. Senza alcun intervento, lo sfruttamento non sostenibile delle risorse produrrebbe un degrado irreversibile della foresta, dei suoi servizi ecosistemici e quindi della valle stessa. Il Parco Nazionale dei Monti Udzungwa nasce nel 1992 per conservare parte della foresta dal crescente degrado. È gestito da TANAPA che purtroppo non ha un approccio molto partecipativo e orientato ai bisogni della comunità locale. Dalla sua istituzione il parco infatti ha privato la popolazione di risorse primarie (legna, selvaggina, medicine), lasciandola senza alternative e in una situazione emergenziale. La crescente domanda di legna e carbone per cucinare ha incrementato tagli, degrado ambientale e costo di tali combustibili nei villaggi, nonché i prelievi illegali dal Parco. Inoltre i metodi tradizionali di cottura sono altamente inefficienti e nocivi perché sviluppano fumi tossici. Ancor meno si è fatto per sensibilizzare ed educare la popolazione locale, poco scolarizzata, sull’importanza della conservazione ambientale per il benessere e lo sviluppo. Inoltre l’espandersi delle monocolture di canna da zucchero e riso espone la comunità a crescente insicurezza alimentare. L’agricoltura non commerciale è invece ancora arretrata e priva di meccanizzazione.

Un programma sistemico di conservazione a fianco della comunità locale.
Perciò per proteggere queste foreste incredibili e aiutare la popolazione locale, oltre al programma di ricerca e monitoraggio consolidato negli anni dal MUSE, dal 2011 Mazingira, grazie a finanziamenti provinciali, regionali, museali e di altri enti pubblici e privati, lavora nei villaggi della valle. Affiancando e sostenendo la popolazione dell’area, Mazingira cerca di fornire alternative alle risorse forestali che sono venute a mancare, ridurre il bisogno primario di legna e carbone con l’efficientamento delle quotidiane pratiche di cottura di cibi, migliorare le condizioni socio-economiche, formare, sensibilizzare ed educare.
Nello specifico:
– istituisce vivai e pianta alberi;
– diffonde tecniche agroforestali come alternativa al prelievo diretto di risorse in foresta;
– promuove tecnologie energetiche efficienti per bruciare meno legna e bruciarla meglio;
– attua programmi di educazione ambientale nelle scuole, formazione di insegnanti e sensibilizzazione delle comunità locali;
– facilita percorsi eco-turistici nell’area;
– promuove attività generatrici di reddito (apicoltura, pollicoltura, sartoria, ospitalità turistica, artigianato)

Dieci anni di cammino.
Dal 2011 ad oggi Mazingira ne ha fatta di strada. Prima appoggiandosi all’UEMC, poi in una casa in affitto condivisa con un’altra associazione, infine in un piccolo ufficio sulla strada principale del villaggio di Mang’ula, l’associazione è cresciuta come sono cresciuti, in altezza e numero, gli alberi che pianta, le classi in cui insegna, i vivai che gestisce, il numero di gruppi femminili coinvolti, le persone formate, le attività generatrici di reddito avviate, la sensibilizzazione locale e la quantità di tecnologie energetiche efficienti prodotta e distribuita. E con le attività e l’impatto, è cresciuto anche l’organico dello staff locale. Da un insegnante di educazione ambientale che seguiva 5 classi siamo arrivati a 16 membri stabili dello staff, tutto tanzaniano, impiegato in mansioni diverse: un coordinatore di progetto, un autista/logista, una contabile, due agrotecnici (alley cropping, agroforestazione, woodlots e vivai), quattro formatori scolastici (programma nelle scuole e club ambientali), tre tecnici donna (produzione e promozione sistemi energetici efficienti e sostenibili – SEES, energia solare), una segretaria, un guardiano (mantenimento ufficio), un addetto alla comunicazione. Oggi Mazingira non è più una piccola associazione “fantasma” che aveva bisogno del supporto di altre organizzazioni per operare, bensì una NGO locale regolarmente registrata dal 2019 che opera in 22 villaggi e 32 classi di 18 scuole della valle del Kilombero, riconosciuta e stimata a livello locale, radicata sul territorio e ben inserita in un network di attori locali. Il suo personale tanzaniano, con anni di esperienza, porta avanti attività e progetti con passione, iniziativa e creatività, in piena autonomia.

Dieci anni in numeri.
– Vivai – Oltre 20 vivai istituiti, oltre 50 conduttori di vivaio selezionati e formati
– Alberi piantati – Oltre 500.000, con una media di oltre il 70% di sopravvivenza
– Terreni agricoli adibiti ad agroforestazione – Oltre 100 ettari
– Agricoltori coinvolti nell’agroforestazione – Oltre 150
– Riforestazione di appezzamenti (woodlots) – Oltre 20 ettari
– Agricoltori di woodlots – Oltre 80
– Tecnologie energetiche efficienti e sostenibili:
.80.000 briquettes prodotti con presse a mano e distribuiti
.10 tonnellate di briquette prodotti con briquettatrice elettrica
.10.000 forni a terra cruda costruiti nei villaggi
.100 fornelletti a pula di riso prodotti e venduti
.oltre 50 cesti coibentati prodotti e distribuiti
.oltre 260 lampade solari distribuite
.26 pannelli fotovoltaici installati
– Educazione ambientale nelle scuole – 18 scuole e 32 classi, oltre 3.000 studenti raggiunti ogni anno, oltre 100 insegnanti formati
– Sensibilizzazione nei villaggi – Oltre 20 villaggi raggiunti e oltre 200 eventi realizzati
– Attività generatrici di reddito (pollicoltura, apicoltura, artigianato locale, essiccazione, impacchettamento e vendita frutta e verdura, energie alternative) – Oltre 100 gruppi formali locali formati e coinvolti
– Ecoturismo:
.Costruito il Visitor Information Center all’entrata del Parco
. 14 tour organizzati e 137 turisti italiani coinvolti

E in Trentino?
Sposando una visione glocal che prevede di pensare globalmente e agire localmente, fin dalla sua costituzione, Mazingira si è attivata per svolgere in Trentino attività di sensibilizzazione rivolte alla società civile e percorsi di educazione alla cittadinanza globale nelle scuole del territorio, promuovendo la sostenibilità ambientale, l’interculturalità e la solidarietà fra i popoli. Dal 2010 ad oggi ha realizzato oltre 10 progetti di ECG coinvolgendo oltre 500 studenti di ogni ordine e grado delle scuole trentine e ha organizzato eventi, mostre e campagne di sensibilizzazione della cittadinanza trentina, spesso con il supporto tecnico e logistico del MUSE.

* Art. su Gentile concessione del Muse – Trento. Video: Massimo Gabbani.