Attacco islamofobo a due moschee in Nuova Zelanda: 49 morti

Uno degli assassini aveva inciso sul caricatore il nome di Luca Traini.

di Guido Keller

Duplice attacco terroristico ad altrettante moschee a Christchurch, centro di 350mila abitanti in Nuova Zelanda, dove un commando di almeno tre uomini e una donna hanno sparato all’impazzata uccidendo complessivamente 49 persone e ferendone una cinquantina.
In quello che la premier Jacinta Arden ha affermato essere “uno dei giorni più bui della Nuova Zelanda. Siamo davanti a un atto di violenza senza precedenti”, il commando ha prima preso di mira la
moschea di al-Noor, dove al momento si trovavano 300 fedeli radunatisi per la preghiera del venerdì, poi quella di Masjid, nel sobborgo di Linwood. La polizia ha riferito anche della presenza di auto con cariche esplosive.
Gli attentatori sono stati poi fermati dagli agenti dell’antiterrorismo, e tra loro vi sarebbe il leader del gruppo, il 28enne Brenton Tarrant, descritto da subito come alto, bianco, originario dello Stato di New South Wales, sulla costa orientale del Paese, e sui caricatori aveva inciso i nomi di Luca Traini, il 28enne che lo scorso anno ha sparato a Macerata contro gli immigrati, e del 29enne Alexandre Bissonette, che nel 2017 ha compiuto un attacco alla moschea di Quebec City, in Canada, uccidendo 6 persone. Inciso su un fucile anche il nome del doge Sebastiano Venier, che con la lega sconfisse a Lepanto i turchi nel 1571.
Tarrant aveva postato su Facebook, rimosso dopo 17 minuti, un farneticante documento di quasi 90 pagine in cui avrebbe annunciato un’azione per vendicare la morte di Ebba Akerlund, una bambina di 11 anni rimasta uccisa nel 2017 durante l’azione terroristica avvenuta a Stoccolma nel centro di Drottninggatan, dove un camion travolse la folla causando la morte di 5 civili. Aveva anche scritto di essersi “ispirato alla strage compiuta ad Utoya da Anders Breivik nel 2011. Voglio uccidere gli stranieri invasori”.
Scampata per poco alla strage la nazionale di cricket del Bangladesh: gli atleti stavano aspettando alcuni compagni di squadra in ritardo in un parco per poi andare in moschea per la preghiera del venerdì; l’incontro di sabato con la nazionale neozelandese è stato cancellato.
Molte le testimonianze di chi era presente: l’Afp riporta quella di un uomo, un sopravvissuto, il quale ha riferito che “Sentivo le urla strazianti dei tanti colpiti a morte. Sono rimasto immobile, pregando Dio di essere risparmiato. I killer hanno ucciso alla mia destra e alla mia sinistra. Poi si sono spostati nella stanza dove pregavano le donne e da lì sono arrivate altre urla che non riesco a dimenticare. Siamo fuggiti in massa, coperti di sangue…”.