Attentato di Londra: 5 i morti. Si segue la pista jihadista

di Guido Keller

Sono quattro le vittime dell’attentato di ieri a Londra, quando un uomo, la cui identità non è stata ancora rivelata dalle forze dell’ordine, ha prima percorso a folle velocità il ponte di Westminster per poi arrestare la sua corsa contro la cancellata del parlamento e quindi scavalcarla per tentare di entrare nell’edificio.
Le vittime, oltre all’attentatore, sono un poliziotto 48enne di servizio al parlamento, disarmato come di prassi, e quindi impossibilitato a difendersi dai fendenti del terrorista, e tre passanti, due uomini e una donna, mentre i feriti sono una quarantina, alcuni in modo grave. Tra questi due italiane, una romana, che è ricoverata in quanto ha riportato la frattura di due vertebre e di una caviglia oltre che una ferita alla testa, ma le cui condizioni non destano preoccupazione, ed una di Pianoro (Bologna), la quale ha riportato solo escoriazioni alle gambe e ad un fianco.
L’azione è stata rivendicata dall’Isis per cui appare certa la matrice jihadista, ma il nome circolato ieri, cioè quello del britannico di origini giamaicane Trevor Brooks, noto come Abu Izzadeen, imam di Clapton conosciuto per le sue posizioni estremistiche e per questo seguito dall’intelligence sin dal 2006, è risultato un falso in quanto, come hanno riferito avvocato e parenti, al momento dei fatti era in carcere.
Dell’aggressore, vestito di nero e che con due coltelli ha assalito l’agente, sono state poi difese le generalità: si trattava di un britannico di origini asiatiche, Khalid Massud, 52 anni, già noto ai servizi segreti perché legato ad ambiente estremisti. Dopo aver abbandonato l’auto ha impugnato due coltelli per scaraventarsi sul poliziotto, prima di venire freddato da un agente in borghese.
Con tutta probabilità era di Birmingham, dove nella notte la polizia ha condotto diverse perquisizioni ed arrestato otto persone sospettate di essere collegate al terrorista, ed anche il anche il suv utilizzato per l’attacco potrebbe essere stato noleggiato nella città del West Midlands.
La matrice è quindi jihadista, ed i sostenitori dell’Isis hanno scritto in rete “Sangue al sangue”, “vendetta” per i bombardamenti britannici su Mosul.
In un noto discorso del 22 settembre 2014 il numero due dell’Isis, Abu Muhammad al-Adnani (ucciso in agosto nei pressi di Aleppo) aveva detto che “Se puoi uccidere un miscredente americano o europeo, specialmente un malvagio e sozzo francese, o un australiano, o un canadese, oppure ogni altro miscredente che fa la guerra, inclusi i cittadini dei Paesi che sono entrati in una coalizione contro lo Stato Islamico, fai affidamento ad Allah e uccidilo in ogni modo o maniera possano esserci. Schiaccia la sua testa con una pietra, o sgozzalo con un coltello, o investilo con la tua vettura, o precipitalo da un luogo elevato, o soffocalo, o avvelenalo”.
Potrebbe quindi trattarsi di un “lupo solitario”, che nella logica jihadista ha operato per mantenere alto il livello di paura in occidente.
L’attentato di ieri è avvenuto ad un anno esatto da quelli di Bruxelles.

Londra, passanti al momento dell’attentato (Foto Notizie Geopolitiche / Diego Cappelletti).