Australia. Canberra non riconoscerà più Gerusalemme Ovest come capitale di Israele

di Alberto Galvi

Annullata la decisione presa dal governo dell’ex primo ministro Scott Morrison nel 2018, l’Australia da oggi non riconosce più Gerusalemme Ovest come capitale di Israele; l’ambasciata australiana era rimasta a Tel Aviv. L’Australia si proponeva di spostare la sua ambasciata a Gerusalemme Ovest con la fine del conflitto tra Israele e Palestina, cosa che non è avvenuta.
Dopo quasi un decennio di governo conservatore, Anthony Albanese dei laburisti ha deciso che la questione di Gerusalemme sarebbe dovuta essere risolta nell’ambito di un negoziato di pace tra Israele e il popolo palestinese, e non attraverso decisioni unilaterali.
Il ministro degli Esteri Wong ha ribadito che l’ambasciata australiana sarebbe rimasta a Tel Aviv e che Canberra era impegnata in una soluzione a due Stati, in cui Israele e un futuro Stato palestinese fossero coesistiti in pace e sicurezza, entro confini internazionalmente riconosciuti. La decisione australiana di riconoscere Gerusalemme Ovest come capitale di israele era stata ampiamente criticata dai gruppi filo-palestinesi così come dal partito laburista, che allora era all’opposizione e che aveva promesso di invertire la rotta se fosse stato andato al potere.
Nel tentativo di raggiungere un accordo di pace tra Israele e palestinesi, lo status quo di Gerusalemme è uno dei maggiori punti di contrasto. Israele considera l’intera città come capitale, mentre i funzionari palestinesi vorrebbero Gerusalemme Est come capitale di un futuro Stato palestinese.
L’Autorità Palestinese ha salutato con favore la mossa dell’Australia, mentre il primo ministro israeliano Yair Lapid ha criticato aspramente la decisione del governo australiano. Il ministero degli Esteri israeliano ha convocato l’ambasciatore australiano per presentare una protesta formale.
Solo una manciata di paesi si è unita agli Stati Uniti nel riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, una conseguenza degli accordi di Abraham. Si è cominciato con gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, per poi arrivare al Marocco e al Sudan. Ad aver normalizzato i rapporti con Israele sono Kosovo e Guatemala.