Australia. Confermata la condanna a 6 anni per il cardinal Pell

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La Corte suprema dell’Australia, riunitasi a Victoria, ha confermato la condanna emessa in marzo nei confronti del cardinale George Pell, ritenuto colpevole di abusi sessuali su minori. E’ stato così respinto l’appello promosso dai legali del 77enne porporato, per cui rimane invariata la condanna a 6 mesi, di cui almeno tre e otto mesi da scontarsi in carcere prima della libertà vigilata. I fatti risalgono agli anni Novanta, e vedono, stando a quanto stabilito dai giudici nel processo di primo grado, il cardinal Pell aver stuprato un ragazzino di 12 ed averne molestato un altro di 13, entrambi membri del coro della chiesa locale. Uno di loro è poi morto di overdose, fatto che il padre ha attribuito alle conseguenze psicologiche dell’abuso.
Il processo nei confronti di Pell risale all’11 dicembre dello scorso anno, ma solo in seguito si è avuta notizia della decisione della giuria popolare, e già all’indomani della condanna sono state presentate nuove denunce civili nei confronti del porporato da parte di altre vittime. E’ stato anche accusato di aver protetto preti coinvolti in atti di pedofilia risalenti agli anni Settanta. Il cardinale, che era stato interrogato dagli inquirenti australiani a Roma, si è sempre detto estraneo ai fatti.
Già consigliere finanziario di Papa Francesco e ministro dell’Economia del Vaticano, Pell nel 2013 è entrato a far parte del Consiglio dei Cardinali per la riforma della Curia Romana. Al momento è stato sospeso dalle sue funzioni.