Australia. Referendum per riconoscere nella costituzione il popolo indigeno

di Alberto Galvi

Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha delineato i dettagli di un referendum da lui proposto che si terrà entro la fine dell’anno per riconoscere nella costituzione gli aborigeni e gli isolani dello Stretto di Torres, che non sono mai stati menzionati dalla fondazione dell’Australia.
Se approvato il referendum, che si terrà tra ottobre e dicembre, sancirà l’istituzione di un comitato consultivo del parlamento chiamato “Aboriginal and Torres Strait Islander Voice”, il cui scopo sarà quello di presentare le opinioni degli indigeni al governo e al Parlamento.
Cambiare la costituzione australiana non è mai stato facile, e più di quattro referendum su cinque sono falliti. Dei 44 referendum tenuti dal 1901, solo otto si sono tradotti in cambiamenti costituzionali, nessuno dal 1977. Nell’ultimo referendum del 1999 gli australiani hanno votato contro la modifica della costituzione per creare una repubblica e sostituire il monarca del Regno Unito come capo di stato con un presidente.
La maggior parte degli australiani sostiene il referendum annunciato dal governo del partito laburista, ma permangono profonde divisioni nella società australiana. Il leader dell’opposizione Peter Dutton ha affermato che il suo partito liberale conservatore deve ancora decidere se sostenere il referendum e ha richiesto maggiori dettagli, inclusa la consulenza legale del governo. Anche il partito Nationals, il partner minore della coalizione nell’ex governo a guida conservatrice, ha annunciato a novembre di opporsi al referendum.
Albanese e il suo governo hanno puntato molto su questo referendum, il cui quesito sarà presentato al Parlamento la prossima settimana e in seguito sarà costituita una commissione parlamentare per esaminare le proposte prima del voto parlamentare di giugno.