Austria. Il Fpoe espelle il sovranista Strache

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Il Fpoe, il Partito della Libertà dell’Austria, ha provveduto all’espulsione dell’ex leader sovranista Heinz Christian Strache, conosciuto per la mano ferma sui migranti ed il proposito di chiudere il Brennero per bloccarne i flussi.
Alla base della decisione dei vertici del partito, che nel precedente governo era in maggioranza con i popolari di Sebastian Kurz (Strache era vicecancelliere), vi sono lo scandalo dell’Ibizagate ma anche accuse di corruzione e di appropriazione indebita.
All’Ibizagate si era arrivati dopo che era spuntato un video in cui Strache e il capogruppo dello stesso partito, Johannes Gudenius, promettevano a Aljona Makarowa, sedicente nipote di un oligarca russo, ma in realtà un’attrice complice di chi aveva piazzato la telecamera nascosta, di investire circa 250 milioni di euro per l’acquisizione di quote della stampa austriaca, compreso il 50% del quotidiano Kronen Zeitung.
Lo scandalo aveva portato alle elezioni anticipate di settembre, dove il Fpoe ha subito una sonora sconfitta perdendo oltre 9 punti rispetto alle elezioni del 2017.
Le indagini per corruzione riguardano la nomina di Peter Sidlo nel consiglio di amministrazione di Casinos Austria: il partito di estrema destra avrebbe promesso a una società di gioco d’azzardo internazionale di modificare la legge che regolamenta le licenze per l’uso delle slot machine fuori dai casinò.
Le accuse di appropriazione indebita riguardano Strache e la moglie Philippa, eletta in settembre in Parlamento nelle liste del Fpoe: stando a quanto appurato dalla Procura i due si sarebbero appropriati di fondi del partito.
Già lo scorso 1 ottobre il 50enne Strache aveva annunciato il suo completo abbandono della politica, ma solo pochi giorni fa era in piazza per una manifestazione contro la proposta di vietare il fumo nei locali pubblici, e già si ipotizza una sua candidatura alle comunali della capitale con una propria lista.