Azerbaijan. 25 anni di indipendenza e di amicizia con l’Italia: l’ambasciatore Ahmadzada lo dice con musiche e danze

di Enrico Oliari

ROMA. Venticinque anni di relazioni, oggi partenariato strategico, ma anche di scambi culturali e di reciproca stima diplomatica sono quelli intercorso tra Italia e Azerbaijan, la dinamica repubblica del Caucaso che si appresta a legarsi ulteriormente con un gasdotto di migliaia di chilometri, da noi conosciuto impropriamente ma benevolmente solo come “Tap”.
E l’ambasciata azerbaigiana a Roma ha voluto sottolineare ieri 24 maggio l’amicizia tra i due paesi offrendo a personalità e amici una serata di musica e di danze tradizionali, “Voci e ritmi della Terra del Fuoco”, occasione per conoscere un po’ di più una realtà ormai vicina.
Dando ai presenti il benvenuto (tra gli ospiti personalità del mondo politico, diplomatico, dell’impresa ma anche dello spettacolo, come Albano Carrisi e Pippo Franco), il 40enne ambasciatore Mammad Ahmadzada ha spiegato che “in realtà i rapporti tra l’Italia e l’Azerbaijan risalgono ad antichi tempi, si pensi a Marco Polo che ne Il “Milione” cita la nostra capitale Baku, ma poi il riconoscimento della nostra nazione da parte dell’Italia nel 1918, nell’epoca sovietica il gemellaggio di Baku con Napoli, nel 1992 il riconoscimento della nostra Repubblica a seguito dell’indipendenza e quindi l’avvio delle relazioni” tra paesi sovrani.
Tuttavia “Azerbaijan” non è un tema del passato, per quanto importante, bensì è una proposta concreta e seria per il futuro, e Ahmadzada ha parlato “un partenariato strategico che copre tutti i settori, l’Italia ci sta aiutando a modernizzare l’economia, si sta costruendo il gasdotto”, ma “ci sono anche gli aspetti culturali”, non secondari, “vi è l’istruzione, con oggi mille studenti azerbaigiani in Italia, dieci anni fa zero”.
E per sottolineare tutto questo l’ambasciatore ha portato al Salone Margherita musicisti, cantanti e danzatori dal suo paese, Elnur Suleymanov, Viktorya Shahmuradova, Anar Shushali, JehunGubadov, Aydan Kamikova, giusto per fare qualche nome.
Per le istituzioni ha portato il saluto la senatrice Linda Lanzillotta, la quale ha ricordato un precedente spettacolo organizzato per ricordare “un eccidio avvenuto in una parte dell’Azerbaijan”, mentre la scelta di oggi è quella di “musica e cultura per avvicinarsi”.
Sergio Divina, presidente dell’Associazione interparlamentare Italia-Azerbaijan, ha notato che l’Azerbaijan è “un paese a maggioranza musulmana ma laico, un segnale che è possibile avere il dialogo che vogliamo”.