Azerbaijan. L’ambasciatore Mukhtarov commemora eventi del “Gennaio nero”

di Ilgar Mukhtarov * –

Il 20 gennaio 1990 è una delle date più sanguinose, ma allo stesso più eroiche della storia dell’Azerbaigian. Come risposta alla politica discriminatoria della leadership dell’URSS, condotta nei confronti del popolo azerbaigiano, alla fine degli anni ‘80, alla deportazione di centinaia di migliaia di azerbaigiani dalle loro terre storiche nel territorio dell’attuale Armenia mediante pulizia etnica, così come alle infondate rivendicazioni territoriali dell’Armenia contro l’Azerbaigian e al sostegno dei leader dell’URSS alle attività separatiste degli armeni radicali nell’Oblast’ Autonoma del Nagorno Karabakh dell’ex Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaigian, il popolo dell’Azerbaigian avviò proteste di massa e un movimento di liberazione nazionale. Nella notte tra il 19 e il 20 gennaio 1990, 26.000 soldati sovietici si schierarono a Baku, Sumgayit e in altre città dell’Azerbaigian su ordine di Michail Gorbačëv, segretario generale del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, con lo scopo di sopprimere con la forza il desiderio di indipendenza del popolo azerbaigiano.
A seguito dell’intervento militare, più di 150 civili vennero uccisi, circa 800 persone rimasero gravemente ferite e molte persone scomparvero. Tra le persone menzionate, anche rappresentanti di diverse religioni, che convivevano in Azerbaigian. Nonostante i massacri causati dai carri armati e dai soldati sovietici, non fu possibile spezzare la volontà del popolo azerbaigiano, che lottò disarmato contro i carri armati e perse la vita per l’indipendenza, divenendo l’artefice dell’indipendenza del nostro Paese dall’occupazione sovietica. Questo evento è entrato nella storia dell’Azerbaigian moderno come “Gennaio nero”.
È per questo motivo che gli eventi del 20 gennaio sono considerati l’inizio del cammino verso l’indipendenza del moderno Azerbaigian.
L’esercito sovietico, entrato nel Paese per impedire il movimento nazionale e spezzare la determinazione indipendentista del popolo azerbaigiano, ha gravemente violato le norme del diritto internazionale, le Costituzioni dell’ex Unione Sovietica e della RSS dell’Azerbaigian e ha commesso massacri contro la popolazione civile. Allo stesso tempo, la tragedia del 20 gennaio rappresenta una grave violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, del Il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e di altri documenti legali internazionali.
Subito dopo i tragici eventi, il leader nazionale del popolo azerbaigiano, Heydar Aliyev, tenne una conferenza stampa nella Rappresentanza permanente del nostro Paese a Mosca, condannando aspramente la brutalità perpetrata e chiedendo una valutazione politica del massacro commesso contro il nostro popolo e la punizione degli autori del reato. Proprio su sua iniziativa, nel 1994 il Milli Majlis (l’Assemblea Nazionale) della Repubblica dell’Azerbaigian ha dichiarato il 20 gennaio Giornata di lutto nazionale.
È il nostro dovere riaffermare che il ricordo dei martiri del 20 gennaio è commemorato e sarà commemorato con sofferenza dal popolo dell’Azerbaigian e dalla comunità mondiale. Commemorare i martiri del 20 gennaio, informando la comunità internazionale sui crimini commessi contro l’umanità, e non tacere su tali tragedie, è dovere umanitario di ciascuno di noi.

* Ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian presso la Santa Sede.

Articolo in mediapartnership con Giornale Diplomatico.