Azerbaijan. L’Italia all’Eurasian Economic Forum

di C. Alessandro Mauceri –

Il 27 e 28 ottobre a Baku, in Azerbaijan, si sono svolti i lavori del XV Verona Eurasian Economic Forum. Un evento interessante sotto diversi aspetti, e l’ennesima conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che il baricentro degli affari internazionali si sta spostando a est. Inoltre dimostra che le misure per limitare gli scambi con la Russia e con altri paesi del suo gruppo non sono servite a molto: questa parte del mondo continua ad essere di grande interesse per molte grandi aziende europee e anche per il governo. Lo dimostra anche la partecipazione come relatori o come ospiti di personalità di spicco non soltanto del governo italiano ma anche della nostra industria. Da Matteo Salvini, vice primo ministro italiano di fresca nomina, a Romani Prodi, presidente del Fondo per la Cooperazione internazionale, da Emma Marcegaglia, presidente di ЕNI e di Business Europe ad Antonio Fallico, presidente Banca Intesa Russia fino a Vito Petrocelli, presidente della Commissione Affari esteri del Senato. Anche il Pontefice ha partecipato (seppure a distanza) all’evento: Papa Francesco ha mandato un saluto e un augurio affinché “le entità economiche internazionali lavorino efficacemente per sviluppare il dialogo e la cooperazione volti a garantire il benessere dei popoli e a prendersi cura della nostra casa comune”.
Fitto il programma dei lavori, che hanno visto tra i moderatori anche Alessandro Casseri, corrispondente della RAI, la televisione di stato italiana. Ai partecipanti è stato chiesto di fornire risposte concrete a problemi delicati come la gestione dei mercati globali delle materie prime e dell’energia o i rapidi cambiamenti geopolitici in atto. Cambiamenti nell’ordine mondiale che richiedono “molte valutazioni diverse di ciò che sta accadendo”. I relatori sono stati invitati a indicare le principali tendenze di questi processi e i loro possibili esiti.
Argomento di discussione di una delle sessioni anche il gas naturale “diventato il carburante del futuro”. I partecipanti hanno valutato “quali sono le prospettive per lo sviluppo dell’industria del gas naturale e l’uso del metano nella produzione di energia, nell’industria e nelle utility”, ma anche “le prospettive di investimento e logistica per il settore”.
Il tutto in un’ottica rivolta a est, ma senza mai perdere di vista cosa sta avvenendo nel resto del mondo. Una delle sessioni è stata dedicata all’analisi delle “crescenti tensioni geopolitiche e le restrizioni alle attività transfrontaliere indotte dalla pandemia stanno cambiando radicalmente le catene di cooperazione internazionale che sono state costruite nel corso dei decenni. La nuova realtà mostra sia la profonda interdipendenza dei mercati e delle regioni sia la necessità di riorganizzare i sistemi di cooperazione e la loro geografia”.
Interessante trovare tra i relatori e i partecipanti all’evento molte personalità di primissimo piano del governo russo o rappresentati di alcune delle maggiori imprese di questo paese. Come Aleksandr Grushko, vice ministro degli Esteri russo, o Overchuk, vice primo ministro della Federazione Russa, o Maksim Reshetnikov, ministro dello Sviluppo Economico della Federazione Russa, o ancora Valery Fadeev, consigliere del presidente della Federazione Russa, o Aleksander Shokhin, presidente dell’Unione russa degli industriali e degli imprenditori. E poi Gerhard Schröder, oggi presidente del Consiglio di amministrazione di Nord Stream AG e del Consiglio di Amministrazione di Rosneft, ma già cancelliere della Germania dal 1998 al 2005. Tra i “moderatori” anche Konstantin Simonov, direttore generale del Fondo nazionale per la sicurezza energetica in Russia, e Dimitrj Konov, membro del Consiglio di amministrazione dell’Unione russa dei chimici.