Ban, ‘Aleppo come un mattatoio’. Braccio di ferro tra Usa e Russia. I qaedisti, ‘armi da Washington’

di Enrico Oliari –

aleppo distruzione grande“Aleppo come un mattatoio”. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon intervenendo al Consiglio di sicurezza, dove ha fatto il punto sulla situazione drammatica della parte orientale della città siriana controllata dalle forze antigovernative.
Le notizie che arrivano da Aleppo sono terribili, con continui raid russi e siriani che hanno centrato anche due ospedali: “Ospedali, cliniche, ambulanze e personale medico ad Aleppo sono sotto attacco giorno e notte – ha detto il segretario generale -. Sono necessarie azione e responsabilità. Il diritto internazionale parla chiaro. Medici e infermieri, strutture sanitarie e trasporti devono essere protetti. I feriti e i malati, siano essi civili o combattenti, devono essere risparmiati”.
“Coloro i quali usano armi sempre più distruttive sanno esattamente cosa stanno facendo – ha insistito Ban -. Sanno di commettere crimini di guerra”.
La realtà delle cose vede quelle forze antigovernative essere Jabar Fath al-Sham, ex Jabat al-Nusra e diramazione siriana di al-Qaeda, Ansar al-Sham e a Yaish al-Islam, questi ultimi gruppi salafiti alleati dei qaedisti e che hanno respinto la tregua del 9 settembre; fino a ieri sedevano al tavolo delle trattative di Ginevra.
Per quanto i combattenti jihadisti abbiano le loro posizioni nei quartieri popolosi di Aleppo est ed i loro feriti siano curati negli ospedali pubblici, è tuttavia impossibile accettare che a farne le spese siano i civili, per cui viene ad essere improcrastinabile la tregua, cioè la sospensione del fuoco da entrambe le parti, al fine di portare sostegno alla popolazione ormai in condizioni disperate.
Il segretario di Stato Usa John Kerry ha così chiesto alla Russia di sospendere i bombardamenti e di riprendere la tregua; in caso contrario ha minacciato di interrompere la cooperazione e i contatti con la Russia sulla crisi siriana: ”gli Stati Uniti – ha affermato Kerry – si preparano a sospendere il loro impegno bilaterale con la Russia sulla Siria, in particolare la messa a punto di un centro di coordinamento militare congiunto”, come la stessa Russia aveva proposto e come era stato previsto dagli accordi firmati a Ginevra il 9 settembre scorso. Potrebbe anche saltare la cooperazione nella lotta al terrorismo.
Il portavoce di Kerry, John Kirby, ha riferito la preoccupazione del dipartimento di Stato per l’impiego di ordigni incendiari e bombe anti-bunker, capaci di penetrare le difese di edifici blindati o interrati e quindi con un alto potere distruttivo, che colpiscono anche ospedali, acquedotti e edifici civili.
Vi è tuttavia notizia di una telefonata intercorsa tra Kerry e l’omologo russo Sergei Lavrov: come riporta la Tass, il ministro russo avrebbe rinfacciato a Kerry le dichiarazioni ai media rese da comandanti di Jabar Fath al-Sham (al-Nusra), i quali hanno fatto sapere che hanno le armi perché procurate loro dagli Usa. Lavrov ha anche ricordato che ad Aleppo est i cosiddetti “ribelli” sono “Organizzazioni che Washington definisce moderate, ma che non solo hanno rifiutato di aderire all’accordo di tregua del 9 settembre scorso, ma si sono anche raggruppate con al-Nusra e continuano le operazioni militari contro i siriani accanto a quelle unità di al-Qaeda”.
A riportare le dichiarazioni di esponenti di al-Qaeda è stato il tedesco Kölner Stadt-Anzeiger: una fonte ha riferito al giornalista Juergen Todenhoefer che “I missili ce li hanno consegnati direttamente. Gli americani sono dalla nostra parte”. Una cooperazione tuttavia che per i qaedisti di Aleppo non sta andando “come vorrebbe al-Nusra”.
Già nel luglio 2015 il Centcom, il comando delle forze americane in Medio Oriente, aveva ammesso che ribelli siriani addestrati dagli Usa avevano ceduto parte delle loro armi ed equipaggiamenti affidatigli dal Pentagono a Jabat al-Nusra “in cambio del loro passaggio” nel gruppo.