Bangladesh. Proteste antigovernative: altri 85 morti, si dimette la premier Hasina

di Enrico Oliari

Nonostante la Corte suprema del Bangladesh abbia rimodulato la legge sull’assegnazione dei posti del pubblico impiego, i manifestanti hanno continuato a protestate contro il governo del primo ministro Sheikh Hasina fino all’epilogo di ieri, che ha visto decine di morti.
Di fatto il sistema di assegnazione dei posti pubblici del Bangladesh prevede che ampie quote siano riservate a specifiche categorie, compresi i parenti dei caduti e i reduci di guerra dell’indipendenza dal Pakistan del 1971, ma il problema centrale rimangono nepotismo e corruzione, con quasi tutti i posti assegnati a parenti e amici con scarsa formazione. Alla fine restano per i 400mila studenti che si laureano ogni anno solo 3mila posti pubblici, per cui la protesta si è estesa in diverse città ma in particolare nella capitale.
Negli scontri di ieri nella capitale Dacca vi sono stati 85 morti, compresi alcuni poliziotti, numero che ha portato a oltre trecento i deceduti dall’inizio delle proteste a luglio.
I manifestanti hanno chiesto per settimane le dimissioni del primo ministro Sheikh Hasina, dimissioni giunte nella serata: la donna era al potere dal 2009, e anche di recente era stata rieletta, con l’opposizione che aveva boicottato le elezioni denunciando brogli.
Il capo dell’esercito ha assunto poteri transitori per formare un nuovo governo.