Bangladesh. Unicef, ‘oltre mezzo milione di Rohinghya fuggiti dal Myanmar’

di Vanessa Tomassini – 

Questi sono gli occhi di Abdullah, un bambino di Rohingya che fissa direttamente la telecamera di uno degli operatori dell’Unicef, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai bambini ed alle madri. Il suo sguardo trasmette tutta la sua sofferenza di chi, come lui, ha lasciato tutto per scappare dalle violenze in Myanmar, nel Bangladesh meridionale. La foto è stata scattata il 2 ottobre 2017, al campo profughi di Balukhali nel quartiere Bazar di Cox, in Bangladesh.
Più di un quarto di un milione di bambini di Rohingya sono fuggiti dal Myanmar dall’ultimo scoppio della violenza iniziato un mese fa. Molti altri continuano a attraversare il confine in Bangladesh ogni giorno. Molti sono soli, non accompagnati da nessuno e non hanno nulla. Sono rimasti così traumatizzati che fanno perfino difficoltà a parlare di ciò che hanno visto e vissuto. L’unico modo in cui riescono ad esprimerlo è attraverso fogli di carta e matite colorate: disegnano le immagini che raccontano le scene orribili che hanno dovuto sperimentare.
Il 30 settembre scorso Unicef ha annunciato l’istituzione di più di 1.300 nuovi centri di apprendimento per i bambini di Rohingya che sono scappati dal Myanmar.
L’Unicef gestisce già 182 centri di apprendimento nell’area e negli insediamenti improvvisati di Cox’s Bazar, permettendo a oltre 15.000 bambini di andare a scuola; l’intenzione dell’organizzazione è quella di aumentare il numero di questi centri fino a 1.500, per arrivare così a servire circa 200.000 bambini nel corso del 2018.
Queste strutture forniscono un’istruzione primaria ai bambini di età compresa tra i 4 ei 6 anni, nonché l’istruzione di base non formale per quelli dai 6 ai 14. In ogni centro vi sono tre turni con 35 studenti. I bambini così hanno modo di imparare l’inglese, la matematica, la lingua birmana, la scienza e le arti, ma soprattutto ricevono ciò di cui hanno più bisogno, cioè supporto psicologico per riuscire a superare il trauma della violenza e del viaggio; a questo si aggiunge poi l’insegnamento della cura dell’igiene personale, fondamentale per evitare il diffondersi di malattie. Il 6 settembre 2017 i nuovi rifugiati provenienti dal Myanmar hanno attraversato i campi di risone, tra acqua e fango, sul confine nel distretto Bazar di Cox mentre il 5 settembre oltre 146.000 sono fuggiti attraverso il confine dello stato di Rakhine.
Come riporta un comunicato della Direzione Generale Ufficio Stampa del Comitato Italiano per l’Unicef: “Dal 25 agosto ad oggi i profughi sono oltre 500 mila. Si tratta dell’emergenza di rifugiati di più rapido sviluppo al mondo. Fino all’80% dei nuovi arrivati sono donne e bambini. In particolare 225.000 vivono in nuovi insediamenti spontanei che hanno un accesso estremamente limitato a infrastrutture per l’acqua e ai servizi igienico-sanitari, in quanto questi non erano stati in alcun modo pianificati, il 60% dei nuovi arrivati sono bambini e il 30% hanno meno di 5 anni. Nell’ultima settimana sono stati registrati 5.011 casi di diarrea. Più di 70.000 minori hanno bisogno di assistenza umanitaria urgente”. Il quartiere Bazar di Cox del Bangladesh è uno dei distretti più vulnerabili per la sua esposizione ai rischi naturali, la maggior parte delle persone ha percorso 50 o 60 chilometri in viaggi che sono durati anche sei giorni e ora hanno bisogno di cibo, acqua e protezione. Molti bambini soffrono di febbre alta per il freddo, “perché sono intrisi di pioggia e non hanno più vestiti”. I bambini e gli adolescenti, in particolare le ragazze, sono vulnerabili alla tratta, poiché diversi gruppi di trafficanti sono attivi nella regione.
L’Unicef, insieme alle altre agenzie delle Nazioni Unite, è costantemente a lavoro per rispondere a questa emergenza. “In Bangladesh stiamo aumentando la nostra risposta per fornire ai bambini profughi protezione, nutrizione, assistenza sanitaria, acqua e cibo. Per il sostegno ricreativo e psicosociale ai bambini di Rohingya recentemente arrivati, 33 spazi mobili per bambini (Cfss) sono ora operativi con 100 kit di ricreazione, kit di istruzione in emergenza (Eie) ed insegnanti specializzati”. Questi spazi mobili hanno già fornito un sostegno psicosociale a 226 nuovi bambini Rohingya mentre i minori non accompagnati vengono individuati anche al sostegno della comunità locale. “L’Unicef si sta concentrando sulla fornitura immediata di acqua potabile attraverso una combinazione di tubo-pozzi e con la creazione di punti di distribuzione di acqua, con serbatoi riforniti da camion”.
L’organizzazione sta lavorando il più velocemente possibile per assicurare che vengano installati 2.625 nuovi punti d’acqua, 15.750 nuove latrine e perché vengano distribuite 21.000 lavatrici; è stata anche predisposta per questo mese una campagna di vaccinazione orale contro il colera, che avrà inizio il 10 ottobre, per tutti i bambini di oltre 1 anno di età e 900.000 dosi stanno arrivando in questi giorni in Bangladesh.
In una dichiarazione congiunta, il Direttore Generale dell’Unicef, Anthony Lake, e il Coordinatore per gli Aiuti di Emergenza e Sottosegretario delle Nazioni Unite per le Questioni Umanitarie, Mark Lowkok, hanno sottolineato che “il Governo e i cittadini del Bangladesh hanno dimostrato uno spirito di generosità straordinario, aprendo i confini del paese e guidando le azioni volte a fornire aiuto ai rifugiati. Hanno dato al mondo un esempio di umanità. Siamo stati colpiti dai progressi fatti per assistere i rifugiati nei campi e negli insediamenti che abbiamo visitato. Abbiamo visto la differenza che stanno facendo il Governo, le forze armate del Bangladesh, le agenzie delle Nazioni Unite e i nostri partner delle Ong nazionali e internazionali. Ma i bisogni stanno crescendo a un ritmo più veloce rispetto alle nostre capacità”.
Nella dichiarazione congiunta del 4 ottobre Lake e Lowkok hanno spiegato che “è stato lanciato un aggiornamento del piano di risposta delle Nazioni Unite per un totale di 430 milioni di dollari, necessari urgentemente, per ampliare le operazioni di risposta in supporto ai rifugiati e alle comunità ospitanti, dove molte persone stanno trovando riparo. Per questo ulteriori 12 milioni di dollari dal Fondo Centrale per la Risposta alle Emergenze sono stati stanziati per consentire lo stabilimento di nuovi siti per i rifugiati arrivati recentemente. Abbiamo apprezzato, durante il nostro incontro, i funzionari del governo che ci hanno assicurato una stretta collaborazione”. Tuttavia, concludono “questa terribile situazione non è finita. Le persone stanno ancora attraversando il Myanmar per andare in Bangladesh, scappando per salvare le loro vite e richiedendo immediato supporto. Chiediamo ancora una volta alle autorità del Myanmar di consentire la piena ripresa dell’azione umanitaria in tutto lo stato di Rakhine e continueremo a sostenere la creazione di condizioni che consentano alle persone di tornare a casa, in modo sicuro e volontario”. Ci uniamo tutti a questo appello affinché le violenze terminino immediatamente, affinché gli occhi di Abdullah possano tornare a sorridere.

Foto su gentile concessione di Unicef.
Si ringrazia la Direzione Generale Ufficio Stampa Comitato Italiano per l’Unicef per la collaborazione
.