Benin. Il presidente Patrice Talon ha vinto al primo turno il suo secondo mandato

di Alberto Galvi

Al primo turno delle elezioni presidenziali del Benin il presidente Patrice Talon ha vinto con l’86,37 per cento dei voti il suo secondo mandato quinquennale, tra accuse di frodi elettorali. I risultati sono in attesa di convalida da parte della Corte costituzionale. Talon è stato nominato presidente per la prima volta nel 2016 per un mandato di cinque anni.
Oltre al presidente Talon c’erano solo altri due candidati in corsa, Alassane Soumanou (11,29 per cento dei voti) e Corentin Kohoué (2,35 per cento). Diverse figure chiave dell’opposizione sono state arrestate e giudicate non ammissibili o sono ora in esilio, come nel caso di un ex primo ministro e di un ex sindaco della città di Cotonou.
Alassane Soumanou e Paul Hounkpè, candidato alla vicepresidenza, si presentavano pe ril partito FCBE (Forces Cauris pour un Bénin Emergent), l’ex partito di Thomas Boni Yayi. Già vicino a quest’ultimo, Alassane Soumanou, che era il suo ministro dell’Istruzione, oggi non ha parole abbastanza dure per criticare colui che accusa persino di tradimento per non aver preparato sufficientemente il suo successore.
Corentin Kohoué era stato ufficialmente investito della candidatura alla presidenza dal suo partito, RLC (Let’s Restore Confidence), il 20 marzo e nel frattempo ha fatto appello all’opposizione per contrastare il presidente uscente Patrice Talon, che ha accusato di deriva autoritaria. Kohoué ha accettato di candidarsi per consentire al suo partito di partecipare alla votazione.
Il fatto che solo tre candidati erano in corsa per l’elezione è stato a causa delle modifiche del sistema elettorale introdotte nel 2019. Per essere nominato candidato ogni aspirante deve ottenere il sostegno del 10% dei sindaci e dei parlamentari del Benin. A gennaio la CENA (Commission Electorale Nationale Autonome) ha respinto 17 potenziali candidati.
Parti della società civile hanno criticato la riforma. Dal 2019 i membri di due soli partiti, il Bloc Républicain e il Progressive Union, hanno seggi nell’Assemblea nazionale. Il paese ha 14 partiti politici registrati, mentre prima delle riforme di Talon c’erano 278 alleanze e partiti politici. L’Assemblea nazionale è composta da 83 seggi, i cui membri sono eletti direttamente nei collegi elettorali uninominali con voto di rappresentanza proporzionale. I membri eletti hanno un mandato di 4 anni.
I leader dell’opposizione nella nazione dell’Africa occidentale avevano chiesto il boicottaggio delle elezioni di domenica, accusando Talon di aver fatto passare le leggi elettorali che squalificavano i suoi rivali o li costringevano a lasciare il paese.
I sostenitori di Talon negano l’affermazione di frode elettorale nonostante alcuni scontri mortali avvenuti prima delle elezioni. Non tutti gli elettori sono arrivati alle urne ma Emmanuel Tiando, presidente della CENA, ha detto che le votazioni non avrebbero potuto aver luogo in 16 dei 546 distretti del paese, senza una spiegazione.
Inoltre un’associazione di gruppi della società civile ha detto che ci sono stati episodi di elettori minacciati, molestati e intimati, come riportato dai rapporti di centinaia di osservatori elettorali. Ad oggi il governo non ha risposto pubblicamente alle accuse, dicendo solo di essere soddisfatto delle elezioni.
Dopo 17 anni di governo militare il Ciad si è aperto nel 1990 a una democrazia, ma da quando Talon ha conquistato il potere come candidato indipendente diversi critici denunciano l’impiego di uno speciale tribunale ideato per colpire le opposizioni accusandone gli esponenti di crimini economici o di terrorismo.
Il Benin ha visto alcuni successi economici sotto Talon, anche se l’epidemia di Covid-19 ha avuto un impatto negativo sulle telecomunicazioni e sulle catene di approvvigionamento.
I giorni che hanno portato alle elezioni sono stati contrassegnati da una crisi democratica con osservatori nazionali e internazionali che hanno evidenziato una battuta d’arresto democratica dall’inizio del mandato di Talon.
Alcuni sperano che la sua rielezione si concentrerà maggiormente sulle questioni democratiche. Ancora fresca nella memoria di molti è la crisi politica e la violenza in tutto il paese che ha seguito le controverse elezioni parlamentari nell’aprile 2019.