Berkofsky, ‘Taiwan, non proprio un’altra Ucraina’

“In caso di attacco cinese una legge obbligherebbe gli Usa a intervenire”.

a cura di Gianluca Vivacqua

All’indomani del 24 febbraio 2022, inizio della campagna russa in Ucraina, il papa ha parlato più volte di terza guerra mondiale a pezzi. In realtà fino a ora è andato in scena una sorta di colpo di coda della Guerra fredda Washington-Berlino allargata all’Ue. Il conflitto diventerebbe davvero mondiale se si allargasse anche all’est, e quindi all’Estremo Oriente. In fondo è proprio così, con l’apertura di un fronte orientale, che la guerra lampo iniziata da Hitler in Europa è diventata Seconda guerra mondiale. La Pearl Harbour di oggi potrebbe essere Taiwan, sotto la tutela militare Usa dal 1979. Ne parliamo col professor Axel Berkofsky, docente di storia delle relazioni internazionali cinesi e giapponesi a Pavia, membro del Comitato Esecutivo dell’EJARN, il centro europeo di studi avanzati sul Giappone, e capo del programma sull’Asia dell’ISPI.

– Professor Berkofsky, quante probabilità ci sono che Taiwan possa diventare il secondo fronte in questa guerra mondiale a pezzi iniziata con l’invasione russa dell’Ucraina?
Taiwan e Ucraina sono diverse. L’Ucraina era de facto indifesa e non faceva parte di alcuna alleanza di difesa. Taiwan è de facto protetta dal Taiwan Relations Act, che obbliga gli Stati Uniti a difendere militarmente Taiwan in caso di un attacco cinese non provocato. Di conseguenza, la Cina ci penserebbe due volte prima di attaccare Taiwan. Inoltre, anche se le forze armate cinesi sono forti e si stanno rafforzando, Taiwan è ancora perfettamente in grado di difendersi da un attacco cinese per assorbire il territorio taiwanese. Infine la Russia e la Cina sono state certamente sorprese dal significativo e rapido aiuto militare occidentale all’Ucraina, e non c’è dubbio che la rapida reazione occidentale all’invasione russa dell’Ucraina abbia ulteriormente dissuaso la Cina anche solo dal pensare di fare la stessa cosa con Taiwan. Almeno si spera“.

– Si può tracciare un parallelo tra questa Cina e il Giappone imperialista del ’41?
No. Questo è un po’ inverosimile“.

– Nel caso in cui gli sviluppi della situazione dovessero essere irreversibili, gli Stati Uniti si troverebbero nuovamente ad operare sul fronte dell’Estremo Oriente, come non accadeva dal ’75. Si potrebbe far sentire l’effetto Vietnam?
No, è differente. Nel caso di un attacco cinese a Taiwan, gli Stati Uniti difenderebbero Taiwan militarmente“.