Bielorussia. Ancora proteste e arresti: in 120mila in piazza contro Lukashenko

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Dopo sei settimane di manifestazioni contro il presidente-padrone della Bielorussia Alexander Lukashenko, eletto per la sesta volta alla guida del paese con il risultato controverso dell’83 percento delle preferenze, almeno 120mila persone sono scese in piazza oggi nella capitale Minsk ed in altre città, nonostante il massiccio schieramento di polizia ed esercito.
Come da copione vi sono stati scontri e numerosi arresti, ma un gruppo di hacker ha diffuso i dati di molti degli agenti che hanno operato con il viso nascosto dal passamontagna. Già ieri alla manifestazione delle donne contro il governo in diverse hanno tentato di levare i passamontagna agli agenti, ed anche in quell’occasione la polizia non è andata per il sottile arrestando 300 di loro, tra cui l’ormai nota attivista – bisnonna Nina Bahinskaja, di 73 anni.
L’Ue si è scagliata contro la repressione, le violenze e gli arresti promettendo sanzioni, e domani i ministri degli Esteri europei incontreranno la sconfitta Svetlana Tikhanovskaya, principale candidata dell’opposizione, la quale ha da tempo riparato in Lituania per proteggere se stessa ed i figli, mentre il marito resta in prigione in Bielorussia.
Lukashenko ha disposto la chiusura delle frontiere ad esclusione di quella con la Russia, ma il Cremlino, che ha inviato cospicui aiuti economici, continua a non fidarsi di un presidente che non si è mai schierato completamente con Mosca, mantenendo sempre rapporti aperti con l’occidente.