Bielorussia. Aumenta la lista nera dei dissidenti che ora sono 1.469 con presunti legami con estremisti

di Alberto Galvi

Il ministero dell’Interno bielorusso ha pubblicato un aggiornamento della lista nera degli oppositori al regime, che ora conta 1.469 persone. Tra queste attivisti dell’opposizione, uomini d’affari, giornalisti e altri che hanno partecipato o condiviso le proteste antigovernative che hanno scosso la Bielorussia per diversi mesi nel 2020.
A 625 persone, sospettate di legami con gli estremisti, è stata interdetta la possibilità di ricoprire cariche pubbliche e altre attività.
Nel paese di Lukashenko continuano gli arresti, le perquisizioni e le torture, ma è in corso anche la repressione nei confronti di coloro che esprimono dissenso nei confronti dell’invasione russa dell’Ucraina
Tra i presunti estremisti ci sono anche i membri del reggimento bielorusso di ex militari Pahonia, che sta aiutando l’esercito ucraino nella guerra. Gli individui inseriti nella lista nera non sono autorizzati a ricoprire cariche pubbliche, insegnare, pubblicare scritti o partecipare al servizio militare in Bielorussia. Chiunque venga trovato a diffondere materiale contro il regime rischia un’accusa punibile con la reclusione fino a sette anni.
Dopo che Lukashenko ha annunciato la sua vittoria alle elezioni presidenziali del 2020, la principale sfidante dell’opposizione, Sviatlana Tsikhanouskaya, è fuggita in Lituania, mentre il governo ha scatenato un’ampia repressione delle proteste arrestando più di 35mila persone. L’opposizione ha denunciato come truccate le elezioni.