Birmania. Continuano le proteste contro il governo dei militari

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Nonostante la repressione di polizia ed esercito, i numerosi arresti, il coprifuoco e il blocco di internet, i birmani continuano a scendere in strada sbattendo le pentole per protestare contro il golpe messo in atto dai militari due settimane fa, che ha portato alla guida del paese il generale Min Aung Hlaing.
Alle elezioni la Lega nazionale per la democrazia (Lnd) di Aung San Suu Kyi aveva stravinto conquistando 368 seggi al Parlamento, mentre l’Usdp (Union Solidarity and Development Party), una coalizione di 23 partiti sostenuta dai militari e guidata dal generale Than Htay, aveva preso solo 23 seggi. I militari hanno quindi denunciato brogli elettorali, ed una volta preso il potere hanno provveduto ad arrestare tra le proteste internazioni Aung San Suu Kyi e numerosi esponenti della Lnd.
Le proteste si verificano un po’ ovunque, promosse dai sostenitori della Lega, dagli studenti o anche da semplici cittadini che vedono per l’ennesima volta i militari a capo della Birmania dopo l’ennesimo golpe.
Intanto al Consiglio Onu per i Diritti umani la Cina, alleata del governo militare, ha fatto saltare nuovamente una risoluzione volta a chiedere la liberazione dei prigionieri politici e ristabilire la democrazia, asserendo che si tratta di questioni interne al paese orientale.