Birmania. Nuove sanzioni dell’Unione Europea per il golpe di febbraio

di Alberto Galvi

L’Unione Europea ha imposto sanzioni ai membri della giunta birmana che ha preso il controllo del paese con il colpo di Stato del 1 febbraio, così come il suo nuovo ministro dell’Informazione e due apparati controllati dai militari. I responsabili del colpo di Stato affermano che il partito NLD (National League for Democracy) di Aung San Suu Kyi ha preso il controllo del paese attraverso frodi elettorali. 
Questa iniziativa è stata contestata da diversi governi internazionali. L’Ue si è anche mossa per prendere di mira due società che generano entrate per le forze armate del Myanmar, un passo deciso dopo le sanzioni del mese scorso contro 11 alti funzionari militari, incluso il comandante in capo. L’Ue ha un embargo sulle armi nei confronti del Myanmar.
Gli Usa e il Regno Unito, così come l’Unione Europea e il Canada, hanno già imposto alcune sanzioni contro i principali generali, tra cui il comandante in capo Min Aung Hlaing e i suoi figli adulti.
Le sanzioni fino ad ora non avevano preso di mira gli interessi commerciali dei militari. L’esercito controlla vaste fasce dell’economia del Myanmar attraverso le holding e le loro filiali, con interessi che vanno dalla birra alle sigarette, alle telecomunicazioni, agli immobili, alle miniere e agli pneumatici. Gli apparati si collocano tra i maggiori contribuenti del paese e hanno cercato partnership con società straniere quando il Myanmar si è aperto durante la liberalizzazione democratica.
La MEHL (Myanmar Economic Holdings Limited) e la MEC (Myanmar Economic Corporation) sono state oggetto di sanzioni, impedendo agli investitori e alle banche dell’Ue di fare affari con loro. I gruppi per i diritti umani avevano chiesto che venissero sanzionati.
La MEHL e le sue filiali generano entrate per i militari, contribuendo quindi alle loro capacità di svolgere attività che minano la democrazia e lo Stato di diritto e a compiere gravi violazioni dei diritti umani in Myanmar; stesse accuse contro la MEC.
Come molte potenze occidentali, l’Ue ha condannato il colpo di Stato e ha chiesto il ripristino del governo civile. Il colpo di Stato ha messo in crisi il Myanmar dopo 10 anni di tentativi passi verso la democrazia con, oltre alle proteste quotidiane, scioperi dei lavoratori di molti settori che hanno fermato l’economia.
Il portavoce militare del Myanmar Zaw Min Tun ha confermato che il generale senior Min Aung Hlaing parteciperà al vertice dell’ASEAN (Association of South-East Asian Nations) a Giacarta il 25 aprile 2021.
La televisione di Stato e i giornali birmani riportano che 258 persone sono state uccise tra il 1 febbraio e il 15 aprile scorso. Di questi 247 sono stati uccisi in risposta agli attacchi alle forze di sicurezza, comunicano i media statali. L’organizzazione per i diritti umani AAPP (Assistance Association for Political Prisoners) ha indicato in 726 i manifestanti uccisi dai militari.