Bosnia-Erzegovina. Christian Schmidt sarà il nuovo Alto Rappresentante dell’OHR

di Alberto Galvi

Il politico tedesco Christian Schmidt diventerà il nuovo Alto rappresentante dell’Ohr in Bosnia-Erzegovina il 1 agosto, succedendo a Valentin Inzko, un funzionario austriaco che ha ricoperto la carica per 12 anni.
L’Ohr (Office of the High Representative) è un’entità internazionale che sovrintende all’attuazione degli accordi di Dayton che hanno posto fine alla guerra in Bosnia-Erzegovina nel 1995. L’Ohr ha lo status di missione diplomatica in Bosnia-Erzegovina e dal luglio 2020 è composto da 4 membri del personale diplomatico distaccato dei paesi e delle organizzazioni internazionali membri del PIC (Peace Implementation Council), 13 membri del personale internazionale assunto direttamente e da 76 membri del personale nazionale della Bosnia-Erzegovina.
Dopo che Inzko si è dimesso il 27 maggio, Schmidt è stato nominato dal comitato direttivo del Pic, composto da 11 membri che sono Canada, Francia, Italia, Giappone, Russia, Germania, Regno Unito, Usa, presidenza dell’Unione Europea, Commissione europea e l’Oic (Organisation of Islamic Cooperation), rappresentata dalla Turchia. Il Pic è composto dai rappresentanti di 50 tra paesi e organizzazioni internazionali membri.
Solo la Russia si è opposta alla decisione del comitato direttivo e ha sottolineato che i tentativi di nominare il nuovo alto rappresentante senza consenso all’interno del comitato direttivo rappresentano una violazione della prassi consolidata.
Il rappresentante degli Usa ha affermato che la Bosnia-Erzegovina deve raggiungere gli obiettivi fissati nel 2008 dal Comitato direttivo del Pic nell’agenda 5+2, agenda in cui sono stati stabiliti i requisiti che le autorità della Bosnia-Erzegovina devono soddisfare affinché l’Ohr possa terminare la sua missione. Molti di questi obiettivi non sono stati ancora raggiunti.
La nomina di Schmidt è un’opportunità per risolvere alcune delle questioni bosniache ancora irrisolte, ma potrebbe anche portare a nuovi problemi. Per anni la Russia ha sostenuto la chiusura dell’Ohr, che tradizionalmente si oppone alle decisioni e alle dichiarazioni del Pic.
Dopo gli accordi di Dayton la Bosnia non ha più bisogno della supervisione internazionale. In base a questi accordi il paese è diviso in due regioni altamente autonome, cioè la Republika Srpska e la Federazione dominata dai serbo bosniaci e dai croati musulmani.
La Russia sostiene i serbo-bosniaci e ha ripetutamente minacciato di separare la Republika Srpska, dominata dai serbi della Bosnia-Erzegovina. La Russia non è soddisfatta del fatto che la Macedonia del Nord e il Montenegro abbiano chiesto l’adesione alla NATO (North Atlantic Treaty Organization) e vuole impedire alla Bosnia-Erzegovina di fare lo stesso.