#BoycottTurkey: la risposta del web contro l’aggressione turca alla Siria

di Giacomo Dolzani –

L’offensiva turca contro Siria, che si può inserire nel quadro della perenne campagna politico-militare di Ankara per l’annientamento del popolo curdo, è stata condannata da gran parte della comunità internazionale, con risultati però quasi nulli, anche perché, per il momento, data la situazione in continuo divenire e la decisione statunitense (che ha portato allo scoppio delle ostilità) di abbandonare i curdi, ci si è limitati alle parole.
Le minacce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di aprire la strada per l’Europa a tre milioni e mezzo di profughi nel caso Bruxelles bollasse come una invasione la campagna militare turca (chiamata paradossalmente “Fonte di Pace”) spaventa inoltre tutti i membri dell’Unione, i quali vogliono evitare che l’emergenza umanitaria nella Siria del nord si trasformi in una nuova ondata di migranti.
Le dinamiche del web non sono però quelle della diplomazia internazionale e già, in particolare sui social network come Facebook e Twitter, sono nati gruppi e profili in sostegno del popolo curdo o di condanna contro il governo turco.
Una delle iniziative, nata quasi spontaneamente e che già si era registrata in passato nei confronti di aziende o altre nazioni, è quella che ha preso il nome dall’hashtag con cui viene diffusa su Twitter: #BoycottTurkey, ossia l’invito agli utenti a non consumare prodotti provenienti dalla Turchia o a non scegliere il paese mediorientale come meta per le proprie vacanze.
Digitando l’hashtag su Twitter si possono trovare dai semplici messaggi di condanna degli utenti fino a tabelle dettagliate con i principali prodotti turchi esportati in Europa e il modo per riconoscerli al supermercato; sono infatti centinaia le immagini in cui appare il codice a barre (spesso adornato da schizzi di sangue o simili) con evidenziate le prime tre cifre, 869, che dovrebbero identificare la provenienza del prodotto dalla Turchia (si tratta però di una bufala).
Con tutta probabilità, dato il peso politico, economico e militare della Turchia, #BoycottTurkey, almeno sul breve periodo, si preannuncia l’unica iniziativa internazionale volta a colpire gli interessi del paese nel tentativo di fermare, o almeno ostacolare, l’aggressione contro i curdi, che ha già fatto registrare decine di morti sia tra la popolazione civile che tra le forze militari di entrambe le parti