Brexit. Gb: con l’accordo perdita del Pil del 3,9 in 15 anni. Senza del 10,5 in 5 anni

di Guido Keller

C’è attesa per il voto dell’11 dicembre del Parlamento britannico sul piano per la Brexit della premier Theresa May, che ha visto nei giorni scorsi il via libera del Consiglio europeo.
L’ultima batosta per May sono i conti, per cui da qualsiasi lato la si guardi ne verrebbe comunque una batosta per le casse britanniche.
Se l’accordo venisse bocciato dal Parlamento (cosa peraltro possibile viste le tensioni interne alla maggioranza, gli unionisti irlandesi già pronti a dire “no” come pure i sostenitori dell’Hard brexit che seguono Boris Johnson), per la Banca d’Inghilterra “Potrebbe aspettarci la peggiore crisi dopo la Seconda guerra mondiale”, con una contrazione dell’8 per cento dell’economia ed una perdita di 10,5 punti di Pil in 5 anni. Se invece l’accordo dovesse passare, la perdita del Iil sarebbe comunque forte, del 3,9 per cento in 15 anni.
Gli economisti britannici, a cominciare dal cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond, hanno fatto inoltre notare che il rivolgersi ad altri blocchi per i mercati, uno dei punti fermi dei “Leave”, non comporterà nessun vantaggio economico, come pure il fatto che arriveranno meno immigrati dall’Unione Europea rappresenterà un ulteriore ostacolo alla crescita.