Brexit. L’Ue concede l’estensione fino al 31 ottobre, ma la Gb dovrà partecipare alle elezioni

di Elisabetta Corsi –

I leader europei riuniti a Bruxelles per il summit d’emergenza sulla Brexit hanno concesso una proroga al Regno Unito fino al 31 ottobre, ma non senza condizioni. Il Regno Unito infatti si trova costretto a partecipare alle elezioni europee di maggio, altrimenti deve lasciare l’Ue il 1 giugno, e senza accordo. Un’estensione che sarà concessa solo in caso di necessità e in ogni caso con la clausola che il piano per l’Ue non si modifica, per cui nessun negoziato sarà riaperto. Il presidente francese, Emmanuel Macron, sebbene abbia alla fine accettato, era più propenso per una breve estensione e chiudere la questione in fretta, a differenza di Angela Merkel, la cancelliera tedesca, che avrebbe preferito un’estensione maggiore nel tentativo di cancellare la Brexit mostrando anche più elasticità del leader francese.
Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, ha dichiarato che “Il corso delle azioni è interamente nelle mani del Regno Unito”, e che “loro possono ratificare il trattato e in questo caso terminerà anche la proroga”. Il Regno Unito può scegliere di continuare la sua strategia oppure di cancellare la Brexit. Al termine della conferenza stampa ha aggiunto: “Lasciatemi finire con un messaggio per i nostri amici britannici: questa estensione è flessibile come mi aspettavo, e un poco più corta di quello che mi aspettavo, ma è abbastanza per trovare la migliore soluzione possibile. Per favore non buttate questo tempo”. Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha affermato che “Ci sarà un’elezione europea nel Regno Unito che potrebbe sembrare un po’ strana, ma le regole sono regole e dobbiamo rispettare il diritto europeo e poi vedremo cosa succede”.
Il premier britannico Theresa May ha dichiarato di sapere che “c’è un’enorme frustrazione per la richiesta di questa estensione”, e che “Il Regno Unito avrebbe dovuto già lasciare l’Unione Europea e mi rammarico di non essere ancora riuscita a convincere il Parlamento ad approvare un accordo”. Ha aggiunto poi che “io non pretendo che le prossime settimane siano facili, o che ci sia una via facile per sbloccare lo stallo in parlamento. Ma abbiamo il dovere come politici di trovare un modo per rispettare la decisione democratica del referendum, consegnare la Brexit e far progredire il nostro paese. Nulla è più urgente e più vitale”. Il primo ministro ha anche fatto sapere che il Regno Unito continuerà a detenere pieni diritti e obblighi dell’Ue durante il periodo di ritardo.
Prima del summit si è espresso anche Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo notando come “alla vigilia della scadenza del 12 aprile il quadro rimane ancora nebuloso. L’accordo di uscita non è stato approvato dal Parlamento britannico e non vi è alcuna indicazione sul percorso che il governo May intende e discussioni tra conservatori e laburisti. Non vi è dubbio che ci troviamo in una situazione difficile e la decisione che sarà presa determinerà il corso degli eventi futuri. Nel discutere alla Conferenza dei presidenti, sono giunti alla conclusione che l’incertezza generale deve finire al più presto, in un modo o nell’altro. Essa è motivo di angoscia per molti cittadini, la cui sorte rimane la nostra preoccupazione principale. L’incertezza danneggia anche le nostre imprese, che hanno bisogno di un contesto sicuro nel quale operare e di prospettive chiare. Non si può negare, inoltre, che questo lungo e complicato processo abbia distolto parte della nostra attenzione dalle sfide che dobbiamo affrontare e dai nostri progetti futuri. Il dibattito sul futuro dell’Unione si è costantemente intrecciato con quella sulla Brexit. Il parlamento auspica quindi che, in tempi rapidi, si possa giungere ad un accordo tra maggioranza e opposizione a Westminster. Un accordo che vada nella direzione giusta”.
La palla ora passa a Westminster che deve decidere seriamente come chiudere l’impasse una volta per tutte.

Antonio Tajani. (Foto Notizie Geopolitiche / EO).