Brexit. May verso la quarta proposta di accordo

di Elisabetta Corsi –

Nonostante le bocciature degli ultimi mesi, Theresa May ci riprova e rilancia un nuovo piano che presenterà a partire dal 3 giugno, con l’obiettivo di completare il percorso della Brexit prima della pausa estiva, anche se non dovesse ottenere l’appoggio dei laburisti e attuare la legge per l’accordo di recesso.
Un annuncio che avviene dopo l’incontro tra la premier Theresa May e il leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbyn. Un incontro definito costruttivo e utile e che si inserisce all’interno di una lunga serie di negoziati tra Conservatori e Laburisti cercando di arrivare a un accordo sui termini di uscita dall’Unione Europea. Senza la ratifica in Parlamento non sarà neanche possibile promulgare la legge attuativa quindi è fondamentale l’approvazione. Senza questa legge non è possibile attuare l’accordo di recesso nella legislazione britannica. In questo modo i diritti dei cittadini saranno applicabili direttamente nei tribunali britannici e verrebbero stabiliti i rapporti con la Corte di Giustizia dell’Ue. Inoltre consentirà ai ministri di effettuare i pagamenti per il divorzio all’Unione Europea e attuare il piano di sostegno per il confine irlandese. Già Jeremy Corbyn ha fatto sapere che non approverà la legge se non vi sarà un accordo interpartitico.
Secondo Stephen Barclay la non approvazione della legge comporterà anche la fine dell’accordo di Barnier e in quel caso le strade sono due, un’uscita senza accordo oppure la revoca
Al momento non vi è ancora un appoggio dei laburisti al piano della May anche perché vi sono divergenze su diversi punti. Per esempio la permanenza di Londra nell’unione doganale, una condizione considerata nodale da Corbyn.
Se il piano della May anche questa volta verrà bocciato, ha fatto sapere Downing Street che sono pronti o a uscire senza accordo oppure a revocare l’articolo 50.
Il segretario per la Brexit, Steve Barclay ha dichiarato che “E’ giunto il momento che il parlamento prenda una decisione, che rifletta i manifesti dei partiti conservatori e laburisti alle ultime elezioni generali e consegni la Brexit nel modo in cui era stato promesso al popolo”, aggiungendo che “i parlamentari dovranno decidere se vogliono votare per la Brexit o meno”.
Per sciogliere l’impasse e arrivare a una vera e propria approvazione, Theresa May deve portare in parlamento una valida alternativa nella risoluzione del problema del Backstop, insomma qualche novità sostanziale. In caso contrario rischia una quarta ed ennesima bocciatura e probabilmente la definitiva.
Nel frattempo si profilano le nuove elezioni europee a cui il Regno Unito è tenuto a partecipare e che vedono, stando ai sondaggi, come primo partito il nuovo movimento di Nigel Farage “Brexit Party” al 34%. Uno schiaffo sia ai Conservatori che escono politicamente distrutti dai negoziati per l’uscita dall’Unione Europea, ma soprattutto per i Laburisti che pensavano di sfruttare il calo degli avversari per ottenere maggiori consensi.
Oggi si è anche appreso che Boris Johnson, il vulcanico ex ministro degli Esteri, si candida ad un’eventuale successione di May.