Brexit. Nessun accordo fra May e Corbyn

di Elisabetta Corsi

I negoziati sono durati poco, il tentativo di un possibile compromesso tra i laburisti e Theresa May è fallito e nessun accordo è stato stipulato.
Jeremy Corbyn ha affermato che le discussioni sono andate anche troppo oltre e che il governo è sempre più instabile e debole, mentre Theresa May ha replicato che la difficoltà nei colloqui è stata causata da una mancanza di posizione comune all’interno dei laburisti riguardo un possibile referendum. In una lettera inviata da Corbyn al premier è stato sottolineato come tante volte quello che era stato deciso in comune accordo poi è stato disatteso dal gabinetto, che non ha attuato quanto concordato e inoltre non vuole accettare una legge senza assicurazioni di una protezione in ambito ambientale, del cibo e degli animali che faccia rispettare gli standard imposti dal welfare.
Ma soprattutto che non approverà il disegno di legge che verrà proposto dal governo perché a suo dire non tutela e non salvaguardia il lavoro, il tenore di vita e l’industria manifatturiera britannica. Un altro aspetto per cui non vi è mai stato l’accordo tra i due partiti è l’unione doganale permanente con l’Unione Europea, questione di primaria importanza per Corbyn ma che i Brexiteers non hanno mai voluto prendere in considerazione, perché negherebbe la possibilità di fare accordi commerciali con paesi terzi.
Nel frattempo il premier ha promesso di creare un calendario per pianificare la scelta di chi dovrà succedergli; in caso di esito negativo del prossimo voto infatti farà un passo indietro lascerà Downing Street. Tra i principali candidati e aspiranti alla carica di primo ministro vi sono l’ex sindaco di Londra e ministro degli Esteri Boris Johnson e Dominic Raab, l’ex ministro della Brexit, che sono già pronti per darsi battaglia. Se Johnson o Raab vincessero in ogni caso non rispetterebbero gli accordi presi con i laburisti, quindi le nuove nomine non sarebbero del tutto positive per l’opposizione.
Chi invece gode delle divisioni tra i due litiganti è Nigel Farage, ora in campagna elettorale per le europee in giro per il Regno Unito, che sale nei sondaggi con il suo partito, in rapida ascesa nel favore degli inglesi.