Brexit. Ultimatum e minacce di crisi: è aria di tempesta a Londra per il voto del 15 gennaio

di Elisabetta Corsi

Il voto del parlamento britannico sull’accordo per la Brexit si avvicina sempre più, ma c’è aria di tempesta in parlamento ed è alto il rischio di non approvazione del piano della May.
Un nuovo duro colpo è stato assestato alla premier da un gruppo di ribelli conservatori che si sono uniti all’ultimatum dei laburisti di soli tre giorni per un piano B in caso di bocciatura il 15 gennaio del piano. Una presa di posizione che apre lo spiraglio a diversi scenari alternativi, tra cui la possibilità di un secondo referendum o di estendere l’articolo 50 per continuare i negoziati; in poche parole è il Parlamento che ha l’ultima parola ed è un modo per evitare un possibile rischio di attuare una Brexit senza accordo e dagli esiti disastrosi. Il governo aveva stabilito 21 giorni per proporre un nuovo piano, nel caso probabile di un rigetto dell’accordo attuale. Un provvedimento approvato da 308 deputati contro 297, per cui la premier ha perso 11 voti. La mozione è stata votata su iniziativa dell’ex procuratore generale Dominic Grieve e si è resa possibile grazie alla decisione dello speaker dei Comuni, John Bercow, di ammettere l’emendamento. Dominic Grieve, il deputato conservatore che ha guidato la ribellione, ha detto di sperare in un “dialogo serio” tra governo e parlamento sulle alternative all’accordo della premier per evitare una possibile crisi.
Si parla anche di adottare il modello norvegese per il divorzio dall’Unione Europea, che però comporterebbe una Brexit ancora più soft di quella prevista. Il provvedimento prevede anche che in caso di non approvazione del piano della May, il governo non potrà intervenire su certe tasse senza l’approvazione del Parlamento.
Torna all’attacco anche Jeremy Corbin, il leader dei laburisti, che propone di andare a nuove elezioni per permettere di sciogliere l’impasse e dare a un nuovo governo l’opportunità di negoziare un miglior accordo di uscita dall’Unione Europea. Inoltre, i laburisti stanno pensando a una nuova mozione di sfiducia contro il governo se non verrà approvato il piano della May.
Il percorso per arrivare alla Brexit si fa sempre più lungo e pieno di ostacoli, senza esclusione di colpi nei confronti del Governo, che si trova ancora più in bilico.