Bulgaria. Borisov, ‘niente euro se Italia fonte di incertezza’. ‘E niente Dublino se non ferma i migranti’

di Enrico Oliari

Intervistato per la Stampa in occasione del vertice Ue – Balcani, il premier bulgaro Bojko Borisov ci è andato giù pesante con l’Italia affermando che il suo paese rimarrà fuori dall’euro fino a quando Roma continuerà ad fonte di incertezza nell’Eurozona e che se non verranno fermati i flussi migratori della rotta del Mediterraneo non vi saranno concessioni sulla riforma del diritto d’asilo, nella fattispecie il Trattato di Dublino, il quale prevede che i migranti siano gestiti dal paese europeo sul quale arrivano per la prima volta.
Borisov ha spiegato che “Le statistiche dimostrano che ci sono ancora flussi di migranti illegali e questo è motivo di preoccupazione in tutta Europa. Se Paesi come Italia e Grecia riuscissero a garantire la nostra stessa efficienza nella gestione dei confini, posso assicurare che avremmo immediatamente un accordo su Dublino. Anche sulla redistribuzione dei rifugiati. Gli altri governi temono nuove ondate migratorie, con milioni di persone in arrivo soprattutto da Paesi africani”. Il premier bulgaro sembra tuttavia dimenticare che sono stati spesi fra i 3 e i 6 miliardi, tra cui 250 – 500 milioni la parte dell’Italia, per chiudere la rotta turco-balcanica, denaro che non è stato messo per quella mediterranea.
Per Borisov semplicemente “Un conto è chi fugge dalle guerre, un conto è l’immigrazione illegale”, per cui non funzionano i rimpatri, e comunque “in Europa c’è una paura crescente rispetto al mondo islamico. Da noi c’è una nutrita comunità musulmana con cui la convivenza è buona. Ma se ci fosse un’avanzata dell’Islam radicale, temo che ci troveremmo di fronte a gravi problemi. Per questo Grecia e Italia devono affrontare la situazione. Noi faremo il possibile per sostenerli, ma questi due Paesi devono agire. È il loro dovere”.
Sull’entrata della Bulgaria nell’Eurozona il premier bulgaro ha spiegato che “Quando si sente parlare della volontà di uscire dall’euro o di chiedere alla Bce di cancellare 250 miliardi di debito pubblico, beh, non sono cose positive per l’Europa. Credo che i timori legati l’ingresso della Bulgaria nell’Eurozona siano poca cosa rispetto alle sfide poste da scenari di questo tipo in Italia”.