di Alberto Galvi –
Il governo del primo ministro bulgaro Kiril Petkov è stato sfiduciato in Parlamento con 123 contro 116, nonostante avesse preso il potere solo sei mesi fa. La coalizione di governo, formata da quattro partiti tra cui il partito centrista di Petkov PP (We Continue The Change) ha perso la maggioranza a causa delle controversie sulla spesa di bilancio e sull’adesione della Macedonia del Nord all’Ue. La mozione contro la coalizione di governo è stata proposta dal partito di opposizione GERB (Citizens for the European Development of Bulgaria) dell’ex primo ministro Boyko Borisov.
Petkov si è impegnato a combattere la corruzione, ha assunto una insolita forte posizione favorevole all’UE e alla NATO da quando la Russia ha invaso l’Ucraina: la Bulgaria è sempre stato un paese tradizionalmente amico della Russia, ma Petkov ha licenziato il suo ministro della Difesa per essersi rifiutato di chiamare “guerra” l’invasione russa dell’Ucraina.
All’inizio di questo mese il partito guidato da Slavi Trifonov ITN (There Is Such a People), ha ritirato il suo sostegno dalla coalizione. Finora sei deputati dell’ITN hanno disertato e si sono impegnati a sostenere Petkov e la sua spinta a combattere la corruzione.
Questa crisi potrebbe mettere a rischio milioni di euro dei fondi di risanamento UE e i suoi piani per adottare l’euro nel 2024. La situazione di stallo potrebbe anche ostacolare gli sforzi della Bulgaria per garantire flussi stabili di gas naturale dopo che Mosca ne ha interrotto le consegne a causa del rifiuto di Sofia di pagare in rubli.
Petkov ha respinto qualsiasi proposta di dialogo con i partiti di opposizione all’Assemblea nazionale, ma cercherà defezioni nei legislatori in Parlamento per il sostegno ad un nuovo governo ed evitare elezioni anticipate. Se non dovesse riuscire a mettere insieme una maggioranza, il presidente Rumen Radev sarà tenuto a indire entro due mesi elezioni anticipate e nominare un’amministrazione provvisoria.
