Burkina Faso. Continua il processo per l’assassinio dell’ex presidente Thomas Sankara

di Alberto Galvi

Lo scorso 22 marzo è ripreso il processo ai 14 uomini imputati per l’assassinio nell’ottobre 1987 dell’ex presidente del Burkina Faso Thomas Sankara e dei suoi collaboratori. Il processo si è aperto lo scorso ottobre ed è stato presentato come l’occasione per far luce su uno degli episodi più oscuri della storia del paese.
Le udienze sono state sospese all’inizio di marzo dopo che la difesa ha presentato una petizione al Consiglio costituzionale: gli avvocati hanno impugnato le accuse di reato contro la sicurezza nazionale chiedendone l’incostituzionalità. La costituzione del paese è stata emanata per la prima volta nel 1991 e aggiornata l’ultima volta nel 2018.
Sankara è stato protagonista di una serie di politiche economiche e sociali radicali, tra cui nazionalizzazioni, divieto di mutilazione genitale femminile, alloggi pubblici, lo stop alla poligamia e ai matrimoni forzati. Comunista e anticolonialista, ha ottenuto seguaci in tutto il continente africano e in altre parti del mondo.
L’ex presidente del Burkina Faso salì al potere con un colpo di Stato nel 1983, quando era un capitano dell’esercito di 33 anni; l’anno successivo cambiò il nome del paese da Alto Volta a Burkina Faso. Il 15 ottobre 1987 Sankara e 12 dei suoi colleghi furono uccisi a colpi di arma da fuoco da una squadra di sicari durante una riunione del Consiglio rivoluzionario nazionale al potere.
Il loro assassinio coincise con un colpo di Stato che portò al potere Compaoré, il quale ha governato per 27 anni prima di essere deposto da una rivolta popolare nel 2014 e fuggire nella vicina Costa d’Avorio. L’ex leader è accusato di essere il principale mandante dell’omicidio. I pubblici ministeri militari del Burkina Faso chiedono oggi 30 anni di carcere per l’ex presidente per l’omicidio del suo predecessore.
Il successore eletto di Compaoré, Roch Marc Christian Kaboré, è stato rovesciato lo scorso 24 gennaio da soldati ribelli, i quali hanno istituito una giunta militare che ha sciolto il governo e il parlamento, e sospeso la costituzione.