Burkina Faso. Ennesimo golpe: Traoré ha deposto Damiba. E guarda a Mosca per combattere lo jihadismo

di Aberto Galvi

Secondo colpo di Stato in un anno in Burkina Faso, dove il capitano dell’esercito Ibrahim Traoré ha deposto il capo militare Paul-Henri Damiba, ha sciolto il governo e sospeso la costituzione. Traoré e intervenuto sulla tv di Stato affermando rivolgendosi al “Popolo del Burkina Faso” e affermando che “a causa del continuo deterioramento della situazione della sicurezza, abbiamo preso provvedimenti per riorientare la transizione”, ed ha spiegato che Damiba si è dimostrato incapace di affrontare la rivolta armata in corso nel nord del paese, dove le forze jihadiste stanno prendendo il controllo di parti del territorio sostenute da gruppi provenienti dal confinante Mali. Alto il numero delle vittime, come pure di coloro che fuggono dal conflitto scoppiato nel 2015. Le organizzazioni internazionali stimano in due milioni i profughi, spesso costretti in condizioni miserrime. Dall’indipendenza dalla Francia avvenuta nel 1960 il paese ha subito otto colpi di Stato.
Il tenente colonnello Damiba aveva destituito lo scorso gennaio il presidente Roch Kaboré e assunto il potere proprio per l’incapacità di fermare di attacchi jihadisti, ma la stessa sorte è capitata a lui, ed anche il 26 settembre sono stati uccisi 11 soldati mentre scortavano un convoglio di veicoli civili nel nord del paese, fatto che ha portato ad agitazioni nella capitale Ouagadougou. Tra le accuse mossegli vi è quella di aver respinto le proposte degli ufficiali per riorganizzare l’esercito e di aver continuato con la struttura militare che aveva portato alla caduta del governo precedente.
Nonostante il coprifuoco notturno, gruppi di manifestanti hanno dato il via a disordini a Ouagadougou, con lanci di gas lacrimogeni e di pietre contro l’ambasciata francese, le cui barriere esterne sono state date alle fiamme. I manifestanti ritenevano che Damiba si fosse rifugiato nell’edificio “dai suoi protettori”.
La Francia, ex potenza colonizzatrice, è ritenuta responsabile di aver minimizzato la propria presenza militare e la propria influenza aprendo di fatto agli attacchi jihadisti nella parte settentrionale del paese, e se Damiba era considerato vicino a Parigi, Traorè ha annunciato la ricerca di nuovi partner per la sicurezza , ovvero la “ferma intenzione di rivolgersi ad altri partner per combattere il terrorismo”. Il nuovo presidente ad interim stava alludendo sicuramente a Mosca, e con il golpe sono comparse le bandiere russe fra i manifestanti.
In Burkina Faso si sta avverando quanto successo in Mali, dove all’indebolimento della forza francese e all’incapacità delle truppe Onu di stabilizzare il paese attraverso la missione Minusma, il governo ad interim (anche questo istallatosi con un colpo di Stato) del colonnello Assimi Goïta ha puntato sulla Russia, che ha inviato i mercenari della compagnia privata Wagner, considerata vicina a Vladimir Putin.