Burkina Faso. L’esercito ha concesso ai civili due settimane per evacuare due zone di interesse militare

di Alberto Galvi

Prima delle operazioni militari contro i combattenti ribelli, l’esercito del Burkina Faso ha concesso ai civili due settimane per evacuare vaste aree delle regioni settentrionali e sudorientali del paese e raggiungere zone più sicure.
Per prendere il pieno controllo della situazione nelle riserve e nella periferia, diversi attacchi islamisti sono stati segnalati nei parchi nazionali. Il Burkina Faso sta combattendo dal 2015 un’insurrezione di militanti jihadisti, alcuni legati ad al-Qaeda e allo Stato Islamico.
Nella provincia settentrionale di Soum c’è una delle zone di interesse militare, ed è di circa 2mila kmq al confine con il Mali, mentre al confine meridionale con il Benin c’è un’altra zona militare che copre circa 11mila kmq. L’ordine di evacuazione militare segue il grave attacco dell’11 giugno che ha provocato la morte di almeno 100 civili e lo sfollamento di altre migliaia.
Nonostante il gruppo di ufficiali militari che ha rovesciato a gennaio il governo democratico si sia impegnato a migliorare la sicurezza, gli attacchi dei ribelli si sono solo moltiplicati. I combattimenti hanno causato lo sfollamento di oltre 1,85 milioni di persone nel solo Burkina Faso e hanno comportato la morte di migliaia di persone in tutto il Sahel.
La giunta militare del Burkina Faso, comandata dal tenente colonnello Yves-Didier Bamoun, controlla solo il 60 per cento del paese; è stato anche annunciato in otto regioni un divieto di tre mesi su alcune marche di motociclette e tricicli a motore per aiutare l’esercito a distinguere i civili dai ribelli.
Non è stata ancora fissata una data per l’imminente operazione militare, mentre sono state identificate più zone per ospitare la popolazione sfollata.