Burundi. Le elezioni generali di maggio tra violenze e coronavirus

di Alberto Galvi

Nei giorni scorsi è iniziata in Burundi la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni generali del 20 maggio. In quella data si svolgeranno le elezioni presidenziali, legislative ed amministrative.
I principali candidati alla presidenza sono Evariste Ndayishimiye del partito di governo CNDD-FDD (National Council for the Defense of Democracy) e il principale candidato dell’opposizione Agathon Rwasa del CNL (National Congress for Freedom).
Gli altri candidati sono: Gaston Sindimwo di UPRONA (Union for National Progress), Léonce Ngendakumana di FRODEBU (Front for Democracy in Burundi), Domitien Ndayizeye del Kira Burundi Coalition e altri 2 candidati indipendenti Dieudonné Nahimana e Francis Rohero.
La crisi politica in cui versa il paese è iniziata nel 2015 a causa delle controversie relative alla possibilità o meno di effettuare un terzo mandato per il presidente Nkurunziza. Le autorità hanno represso le proteste e le manifestazioni, portando una fazione dell’esercito a un tentativo di colpo di Stato.
Da allora, quasi mezzo milione di persone sono fuggite dal paese. In quell’anno i membri di Imbonerakure, l’ala giovanile del partito al potere del Burundi, il CNDD-FDD, sono diventati sempre più potenti, arrestando, picchiando, uccidendo e torturando gli oppositori veri o presunti del governo, spesso lavorando con la polizia, i servizi di sicurezza e le autorità locali.
Un referendum costituzionale del maggio 2018 ha avuto luogo in un contesto di abusi diffusi da parte della polizia e dei membri di Imbonerakure. Le modifiche costituzionali hanno prolungato il mandato presidenziale a 7 anni, conferendo maggiori poteri al presidente, rivedendo le quote etniche, considerate cruciali per la pace dopo la guerra civile nel Burundi del 1993-2006 combattuta tra i membri dell’etnia Hutu e quelli dell’etnia Tutsi. 
Il presidente in carica Nkurunziza non si è più candidato alle presidenziali, al suo posto si è presentato Ndayishimiye, un generale dell’esercito in pensione. 
In questi anni il presidente Nkurunziza ha già indebolito l’opposizione politica del paese attraverso una dura repressione. Per questa ragione il candidato del suo stesso partito Ndayishimiye, è quasi sicuro di vincere il voto di maggio.
A suo sostegno ci sono anche i partiti della coalizione COPA 2020 (Coalition for a Participatory Democratic Opposition for the 2020 elections).
Questi partiti sono: RADEBU (Burundi’s Democratic Rally), PIEBU (Party for the Economic Independence of Burundi), KAZE-FDD (Kaze-Forces for the Defense of Democracy), PMP (Parliamentary Monarchist Party), PL (Liberal Party), FROLINA (National Liberation Front), PRP (People’s Reconciliation Party) e MSP-INKINZO (Pan Africanist Socialist Movement-Inkinzo).
Le elezioni in Burundi si terranno a maggio nonostante siano in contrasto con le misure messe in atto dai paesi vicini per contenere la diffusione da COVID-19. La campagna elettorale potrebbe sfociare in violenze da parte dei sostenitori del partito CNDD-FDD nei confronti degli oppositori politici.
Il Burundi si sta preparando a una campagna elettorale molto difficile a causa della forte instabilità economica e sociale in cui sta vivendo il paese, con un aumento della criminalità che rende necessario da parte delle forze di sicurezza una dura repressione, che a volte viene però usata per reprimere gli avversari politici invece che i criminali.
Per cercare di arginare le violenze in Burundi, una commissione delle Nazioni Unite ha fatto appello alla comunità internazionale, per convincere il governo a mantenere libere e trasparenti queste elezioni.