Canada. Columbia Britannica: proposta per affrontare l’inquinamento da estrazione da carbone

di Alberto Galvi –

E’ stata annunciata da Stati Uniti, Canada e diversi gruppi indigeni una proposta per affrontare l’inquinamento derivante dall’estrazione del carbone nella Columbia Britannica, inquinamento che sta contaminando i corsi d’acqua e danneggiando la pesca su entrambi i lati del confine da anni.
Il carbone viene estratto attraverso un metodo altamente dirompente noto come rimozione delle cime delle montagne, e venduto alle fonderie per la produzione di acciaio e metalli.
Gruppi indigeni della Columbia Britannica, del Montana e dell’Idaho hanno esercitato pressioni per più di un decennio affinché i governi federali degli Stati Uniti e del Canada intervenissero e fermassero il flusso di inquinamento che vede alti livelli di selenio nel pesce che vive nel fiume Kootenai del Montana, a valle del lago Koocanusa, che si trova al confine tra Stati Uniti e Canada. La sostanza chimica, rilasciata durante l’estrazione la lavorazione del carbone può essere tossica per i pesci, gli insetti acquatici e gli uccelli.
Alcuni membri della nazione Ktunaxa, che comprende due tribù negli Stati Uniti e quattro prime nazioni in Canada, dipendono da quelle popolazioni ittiche per il sostentamento. Le concentrazioni di selenio nell’acqua che entra nel lago Koocanusa sono in aumento da decenni e gli studi hanno dimostrato che il metallo tossico proviene dalle miniere di carbone nella valle del fiume Elk, nella Columbia Britannica. Il fiume Elk defluisce nel Kootenai prima di attraversare il confine con il Montana, quindi sfocia nell’Idaho e infine si unisce al fiume Columbia.
Le basi diplomatiche per la proposta sono state gettate l’anno scorso, quando il presidente Joe Biden e il primo ministro Justin Trudeau hanno annunciato nel marzo 2023 che gli Stati Uniti e il Canada speravano di raggiungere un “accordo di principio” nei mesi successivi per ridurre l’inquinamento nell’Elk-Kootenai.