“Cara” Europa: voglio che costi di meno e che io stia egoisticamente bene

di Enrico Oliari

L’Europa così com’è non va. Si intende, non è possibile farne a meno: se domani mattina gli italiani si mettono le scarpe, se ne mettono 120 milioni; se lo fanno i cinesi e gli indiani, se ne mettono 5 miliardi, per cui rischieremmo di essere schiacciati dalle pressioni economiche globali.
Ma questo vale anche per la pace: è un errore pensare che la pace ormai sia una cosa scontata in un’Europa dai mille interessi e dai mille contrasti, con una storia millenaria fatta di sanguinose guerre.
Tuttavia l’Europa così com’è non è quella che ci era stata promessa. Perché c’è la concezione diffusa in molti settori, specialmente tra le correnti europee socialiste e quelle democristiane, è che è impensabile che una classe media stia bene, che goda di un reale benessere nel momento in cui mezzo mondo soffre la miseria. Le destre populiste invece hanno ottusamente in bocca solo la parola“immigrati”, per risolvere in modo veloce buttandola sul “negro”.
Mio padre, operaio, ha mandato avanti in modo più che dignitoso una famiglia di moglie e tre figli, ma oggi, nell’era Ue, la cosa sarebbe impensabile, tant’è che vi è il calo delle nascite.
Il problema sono quindi i costi di quest’Unione, cioè i soldoni che la classe media deve produrre per mandare avanti la macchia europea com’è oggi, una ricchezza economica che viene semplicemente levata a chi la mette insieme.
Si è cominciato con l’allargamento ad est, quel desiderio isterico di fagocitare i paesi dell’ex Unione Sovietica, dove noi siamo andati a rifare tutto e dove a spese nostre abbiamo (e stiamo) costruito autostrade, ospedali, sistemi bancari, mercati… una montagna di denaro che le imprese e i lavoratori dell’Ue occidentale hanno pagato e stanno pagando, salvo poi ritrovarci paesi tutt’altro che solidali davanti alla necessità di redistribuire i profughi.
Poi ci sono progetti europei in tutto il mondo, soldi là per la carestia, soldi là per la pace, soldi là per le inondazioni, soldi là per i progetti. Tutto bello, ma a pagare sono sempre gli stessi.
Anche la scellerata politica dell’accoglienza ha un costo, al di là delle missioni europee: lì ci sono soldi per tutti, anche per i profughi con i conti all’estero e 10 case nel loro paese, perché la cultura socialista e democristiana è che chiunque arrivi è povero a priori, per cui a pagare è sempre quella stessa classe media europea.
Si potrebbe continuare a lungo, dall’Italia richiamata per pochi spiccioli, ma che ogni anno dà all’Ue 20 miliardi per riceverne 12, dai 250 milioni (su 3 miliardi) alla Turchia per tenersi i profughi e fare felice Salvini, ad aiuti umanitari dati a pioggia senza guardare dove finiscono, come nei campi profughi algerini di Tindouf o ai “ribelli” siriani che combattono con i qaedisti.
Poi ci sono i vezzi che ci possiamo permettere, due Parlamenti per cui ogni giovedì notte una coda si 63 camion lascia Bruxelles per portare le carte a Strasburgo… una chicca che cosa 4 euro all’anno per ogni cittadino europeo, ma che si somma a tante altre, come i commissari e i rappresentanti (come la Pesc Mogherini) di cui tutti sanno l’esistenza ma nessuno sa a cosa servano, poi apparati farraginosi, commissioni su commissioni… tanto c’è chi paga, sempre.
Fa davvero tanto schifo se nell’Italia, nell’Europa per la quale i nostri padri e i padri dei loro padri hanno combattuto, fatto sacrifici e guerre, noi cittadini stessimo egoisticamente bene?